Dal 1999 a oggi sono molti gli attentati terroristici, per lo più di matrice cecena, che hanno sconvolto la Federazione russa
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L'attacco al Crocus City Hall di Mosca con decine di vittime riporta alla memoria la lunga scia di attentati che hanno sconvolto la Federazione russa. Ecco un breve riepilogo dei principali episodi di terrorismo, in particolare di matrice cecena, dal 1999 ad oggi.
Nella notte una bomba esplode e distrugge un edificio di nove piani, nel quartiere Piciatniki, alla periferia di Mosca. Muoiono 92 persone, i feriti sono 200.
Una bomba distrugge un edificio di sette piani a Mosca, lungo il viale Kashirskoe. Muoiono 118 persone, tra cui 13 bambini. Neanche questo attentato sarà rivendicato, ma sarà una delle cause dell'intervento russo in Cecenia. Gli autori dei due attentati erano stati addestrati nei campi della guerriglia cecena.
13 morti e 92 feriti nell'attentato compiuto con una ordigno esplosivo nei sottopassaggi di piazza Puskhin, a poca distanza del Cremlino.
Il sanguinoso episodio del sequestro collettivo nel teatro Dubrovka di Mosca. Uccisi i 41 guerriglieri del commando ceceno, muoiono però anche 130 ostaggi, la quasi totalità avvelenati dai gas usati dalle forze speciali della polizia.
Una bomba, forse trasportata da kamikaze, esplode su un convoglio della metropolitana tra le stazioni Paveletskaia e Avtozavodskaia, a ridosso del centro di Mosca: 41 morti e 134 feriti. L'attentato mai rivendicato viene attribuito ai fondamentalisti ceceni.
Due donne kamikaze si fanno esplodere a bordo di due Tupolev decollati a poca distanza l'uno dall'altro da Mosca: uno si schianta nella regione di Tula causando 43 morti, l'altro non lontano da Rostov sul Don (46 morti). Attentato rivendicato dall'allora leader della guerriglia cecena Shamil Basaev.
Una donna kamikaze si fa esplodere all'esterno della stazione Riskaia, causando la morte di 10 passanti. Non rivendicato, anche questo attentato viene attribuito alla guerriglia cecena.
Beslan (Ossezia del Nord, Russia) Un commando inguscio-ceceno prende in ostaggio quasi 1.200 persone tra bambini, genitori e insegnanti in un asilo nel primo giorno di scuola. L'assalto delle forze russe porterà alla liberazione degli ostaggi, ma avrà un bilancio pesantissimo: 335 morti, tra cui 186 bambini e 31 sequestratori, più 400 feriti.
Due esplosioni, ad opera di kamikaze, si verificano nella stazioni Lubianka, dove si trova la sede storica dei servizi di sicurezza, l'Fsb (l'ex Kgb), e di Park Kulturi, vicino al leggendario Gorki Park: il bilancio è di 38 morti e una trentina di feriti. L'attentato è rivendicato dal ceceno Doku Umarov, capo della guerriglia del Caucaso del nord.
Un kamikaze si fa esplodere a Domodedovo, uno dei tre aeroporti di Mosca, causando 37 morti e 117 feriti. La rivendicazione è firmata sempre da Umarov.
Attentato alla metropolitana di San Pietroburgo. L'esplosione di un ordigno all'interno di un vagone causa 14 morti e 47 feriti. Secondo i sospetti l'attentatore e' Akbarzhon Jalilov, un cittadino russo di etnia uzbeka nato in Kirghizistan.