La donna è rimasta sette giorni sepolta viva: con altre 30 persone era stata usata come scudo umano dai jihadisti contro i raid Usa
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Era rimasta sotto le macerie di una casa bombardata nella parte occidentale di Mosul, in Iraq, e avevano celebrato i suoi funerali. Inimmaginabile la sorpresa dei soccorritori, quando, sette giorni dopo i bombardamenti, trovano tra le macerie la donna ancora in vita. E' la storia di Naima Mohammed, una 84enne sopravvissuta per una settimana alla condizione estrema di sepolta viva: con altre 34 persone era stata usata come scudo umano dai jihadisti. Lo riferisce la tv satellitare curda Rudaw, che ha ricevuto il video del suo salvataggio.
Secondo l'emittente, i jihadisti avevano preso come ostaggio, Naima Mohammed, "assieme ad altre 34 persone tenendoli tutti come scudi umani in un'abitazione nella parte occidentale di Mosul. Ma dopo che i combattenti dell'Isis hanno aperto il fuoco dal tetto della casa, questa è stata distrutta con cinque missili lanciati da aerei della coalizione internazionale a guida Usa, uccidendo tutti gli ostaggi a eccezione dell'anziana signora, che era rimasta sotto le macerie per sette giorni".
A tirarla fuori è stato Akram Ibrahim, un soldato curdo dell'esercito iracheno e abitante di Mosul che ha anche filmato il salvataggio inviandola alla tv curda che lo ha diffuso. "Quando siamo arrivati sul posto abbiamo trovato la casa completamente distrutta, c'era un odore forte per la presenza di una trentina di cadaveri, tutti civili", ha detto Ibrahim. E sulla donna: "In un primo momento ho creduto che fosse morta ma poi ho notato che il corpo si muoveva lentamente".
Una volta tirata fuori, la nonnina ha chiesto subito acqua, affermando che stava sotto le macerie da "sette giorni". La famiglia di Naima, dando per certa la sua morte, aveva celebrato i funerali, "ma quando l'hanno vista viva, sono scoppiati a piangere di gioia", ha riferito il soldato.