Nagasaki, un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della bomba atomica
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Il sindaco della città chiede "un modo senza armi" mentre l'associazione dei sopravvissuti si scaglia contro il premier Shinzo Abe per le nuove norme sulla sicurezza che "porteranno alla guerra" e rovesciano "l'abolizione del nucleare"
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Nagasaki si è raccolta in un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della bomba atomica, sganciata 70 anni fa dagli Usa, alle 11.02 del 9 agosto del 1945, tre giorni dopo quella su Hiroshima. Il sindaco Tomihisa Taue ha parlato "di un mondo che deve vivere senza armi atomiche" mentre il capo dell'associazione di Nagasaki dei sopravvissuti alla bomba atomica Sumiteru Taniguchi ha duramente attaccato i piani di "autodifesa collettiva" di Shinzo Abe.
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Taniguchi, gravemente ustionato nella esplosione atomica e con conseguenze permanenti, ha raccontato la sua drammatica esperienza nel suo "impegno per la pace", accusando senza mezzi termini i piani del governo di andare contro la volontà dei sopravvissuti ('hibakusha'). "Queste proposte di legge sulla sicurezza che il governo sta sostenendo porteranno alla guerra. E' un tentativo di rovesciare attività e desideri di abolizione del nucleare promossi dagli hibakusha e da quelle moltitudini di persone che desiderano la pace. Non possiamo accettarlo", ha aggiunto Taniguchi, 86 anni, che sabato ha voluto diffondere le drammatiche foto degli effetti permanenti sul corpo "della sua esperienza nucleare".
Per i sopravvissuti alla bomba atomica è motivo di allarme il fatto che i tre principi antinucleari del Paese - contro produzione, possesso o trasporto di armi atomiche sul territorio giapponese - possano essere adesso minacciati. Mercoledì, in un'audizione alla Camera alta per il dibattito sulle leggi sulla sicurezza, il ministro della Difesa Gen Nakatani ha detto che le nuove norme dovrebbe teoricamente permettere al Giappone di trasportare armi nucleari come parte del suo sostegno logistico ai Paesi stranieri. In più, Abe, parlando tre giorni fa a Hiroshima alla cerimonia di commemorazione, non ha menzionato "i tre principi", a differenza di quanto fatto nelle cerimonie dei due anni precedenti.
"Per il bene di Nagasaki e di tutto il Giappone, non dobbiamo mai cambiare il principio di rinuncia alla guerra", ha ammonito invece il sidnaco Taue che, di fronte alle diverse decine di migliaia di presenti, ha rimarcato poi l'importanza di trasmettere i ricordi della tragedia di 70 anni fa (dai bombardamenti atomici alle sofferenze inflitte da Tokyo a molti Paesi e persone in Asia), fino a esprimere sostegno a quanti nella prefettura di Fukushima lottano per recuperare gli effetti e i danni causati nel 2011 dal disastro alla centrale nucleare di Fukushima Dai-Ichi. L'aeronautica militare americana, appena tre giorni dopo lo sganciamento di "Little Boy" su Hiroshima, lanciò "Fat Man" su Nagasaki: su una popolazione pari a circa 240.000, quasi 80.000 persone morirono subito nell'esplosione e per le sue conseguenze entro la fine dell'anno.