Nuovi strali tra i due governi per il controllo di Nagorno-Karabakh, subito dopo l'avvio della tregua raggiunta grazie ai colloqui avviati a Mosca sotto l'egida della Russia
Armenia e Azerbaigian hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, dopo una maratona di colloqui diplomatici ad alto livello tra i due Paesi, a Mosca. I due Paesi si sono impegnati ad avviare "colloqui sostanziali con lo scopo di raggiungere una soluzione pacifica il prima possibile", ha detto Lavrov. Ma ora i due governi già si accusano di violare i patti.
Lo scambio di accuse Non sembra dunque una tregua destinata a durare, quella avviata dalle 12 del 10 ottobre tra Armenia e Azerbaigian, per garantire uno scambio di prigionieri e il recupero dei corpi di vittime dei combattimenti iniziati il 27 settembre. Il ministero della Difesa armeno accusa le truppe azere di aver lanciato un attacco "alle 12.05 verso Karakhanbeyli". Gli azeri invece replicano che gli armeni "bombardano i distretti di Terter e Agdam".
Mosca: "Ora nuovi colloqui per una risoluzione duratura" Da Mosca intanto giunge la conferma che vuole sigillare l'accordo tra Erevan e Baku, sui nuovi incontri "più sostanziali" in agenda, sempre nella capitale russa. L'obiettivo è cominciare a tracciare la via verso una risoluzione del conflitto che dura da 30 anni per il controllo della regione autonoma Nagorno-Karabakh.