Naufragio in Grecia, morti due bambini C'è l'accordo al vertice Ue sui Balcani
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Juncker: "Ora bisogna applicare l'intesa trovata", che riguarda assistenza ai migranti, gestione dei flussi e controllo delle frontiere
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Una donna e due bambini di due e sette anni sono annegati nelle acque davanti all'isola di Lesbo, in Grecia, dopo il naufragio del barcone su cui stavano viaggiando. Altri sette profughi risultano dispersi: a bordo dell'imbarcazione c'erano 63 persone. Tra loro, 53 sono state messe in salvo. Intanto a Bruxelles, è stato trovato un accordo al vertice europeo sui migranti lungo la Rotta Balcanica. ma per Juncker "ora bisogna applicare l'intesa".
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Juncker: c'è l'accordo - Al minivertice Ue di Bruxelles è stato trovato un accordo sulla crisi dei migranti sulla Rotta balcanica. Ad annunciarlo è stato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, secondo il quale però "ora si tratta di metterlo in pratica". L'intesa riguarda assistenza ai migranti, gestione dei flussi e controllo delle frontiere. Però, specifica Juncker, i migranti "devono essere registrati: nessuna registrazione, nessun diritto". Il presidente della Commissione Ue ha quindi spiegato che saranno creati 100mila nuovi posti di accoglienza per i profughi: 30mila in Grecia entro la fine dell'anno più altri 20mila grazie all'Unhcr, mentre altri 50mila verranno creati lungo la Rotta balcanica, sempre con l'aiuto dell'Unhcr.
Il testo concordato contiene 17 punti (uno in più rispetto alla bozza di documento finale) e prevede l'applicazione entro 24 ore. Da martedì i paesi coinvolti dovranno cominciare a scambiarsi le informazioni sui flussi di migranti e a comunicare alla Commissione Ue i bisogni entro 24 ore; "scoraggiare i movimenti" dei migranti alle frontiere degli altri Paesi senza previo accordo dei vicini, in modo da rallentare i flussi; fornire cibo, acqua, riparo e assistenza sanitaria ai migranti con l'aiuto dell'Unhcr e del meccanismo Ue di protezione civile; registrare tramite i dati biometrici i profughi collaborando con le Agenzie Ue (Frontex ed Easo). I Paesi inoltre dovranno lavorare per i rimpatri dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale e rafforzare con Frontex i controlli delle frontiere esterne. D'ora in poi ogni settimana verrà svolto un monitoraggio della situazione insieme a Bruxelles.
Merkel: prima pietra - "Questo è un test per l'Europa, oggi abbiamo fatto la posa della prima pietra dell'edificio, ora dobbiamo fare ulteriori passi in avanti". Così il cancelliere tedesco Angela Merkel ha commentato l'accordo. "Certo, è solo un contributo e non la soluzione del problema migratorio" ma almeno garantisce che i rifugiati abbiano "condizioni umane".
L'allarme lanciato dalla Slovenia - "La situazione è molto grave, mi aspetto un piano d'azione concreto altrimenti sarà l'inizio della fine dell'Unione europea come tale". E' l'allarme lanciato dal premier sloveno Miro Cerar all'arrivo a Bruxelles per il vertice sui Balcani. Cerar ha infatti accusato la Croazia di "non essersi comportata come un Paese che si assume le sue responsabilità" sui profughi. "Non possiamo diventare la sacca del problema migratorio nel caso in cui Austria e Germania chiudano i confini", ha sottolineato.
La Serbia: "Pronti all'accoglienza ma solo con un piano definitivo" - "Speriamo sia possibile trovare una soluzione complessiva per l'intera Ue e per i Balcani, la nostra intenzione non è costruire nuovi muri, anzi siamo pronti a prendere la nostra quota" di rifugiati "come gli altri Paesi anche se non siamo membri dell'Ue ma dobbiamo vedere una soluzione complessiva". Così il premier serbo Alexander Vucic al suo arrivo al mini-vertice dei Balcani. Vucic ha quindi annunciato che "se la Slovenia ne prende 2mila, noi siamo pronti a prendere 3mila rifugiati in base al numero nella nostra popolazione", ma ha sottolineato che i rifugiati "non vogliono restare nei nostri Paesi". In ogni caso "la Serbia non costruirà muri".
Tsipras: "Errore non invitare la Turchia al vertice" - "La Turchia non è stata invitata, quindi oggi la discussione sarà solo tra i Paesi che fanno parte del corridoio balcanico ma tutti sappiamo che questo ha un ingresso ed è la Turchia". E' questa l'accusa del premier greco Alexis Tsipras secondo cui "è stato un grave errore non invitare Ankara a Bruxelles". Tsipras ha poi assicurato che la Grecia "è nei tempi" per realizzare gli hotspot. Anche il premier croato Zoran Milanovic ha ribadito che "manca il partner più importante al vertice: la Turchia".
Macedonia: "La grecia non comunica con noi, serve coordinamento" - La Grecia finora non ha mai voluto "comunicare" con la Macedonia sulla gestione dei migranti. E' l'accusa lanciata dal presidente macedone Gjorgje Ivanov al suo arrivo al minivertice sulla Rotta balcanica. "La comunicazione con la Grecia è stata finora a un livello molto basso sia ministeriale sia di governo, ora è il momento di dimostrare quanto siamo coordinati e solidali" e quindi un accordo "sarebbe la cosa migliore per tutti", ricordando che in un solo giorno sono arrivati in Macedonia 10mila migranti.
Austria: "In gioco vite umane, ma anche la fiducia dei cittadini Ue" - "C'è molto in gioco" perché da una parte "si tratta della vita dei rifugiati che stanno scappando dalla guerra" e dall'altra "della fiducia dei cittadini europei". Così il cancelliere austriaco Werner Fayman all'arrivo al minivertice sulla Rotta balcanica, aggiungendo che "bisogna ringraziare la Germania per la sua posizione chiara". "Quello che ha detto la Merkel, 'ce la faremo', migliora la situazione", ha sottolineato Fayman.
La Repubblica Ceca: "Usano i bimbi come scudi umani" - Per il presidente ceco Milos Zeman, però, la maggior parte dei profughi non merita accoglienza perché si tratta di ragazzi giovani, sani, che usano i bambini solo "come scudo umano per suscitare pietà, ma coloro che vi si nascondono dietro non la meritano".
Orban il più duro: "Andiamo in Grecia a difendere i confini" - "Non rientra nel mio stipendio dare consigli agli altri leader, ma il primo dei miei suggerimenti è, se la Grecia non è in grado di difendere le sue frontiere, di andare là a difenderle noi. L'ho già detto molte volte, ma nessuno ci ha ascoltato". Così il premier ungherese Viktor Orban a Bruxelles. "Ogni Stato membro deve mantenere la sua parola ed essere in grado di rispettare Schengen proteggendo i confini dell'Ue", ha spiegato.
Schulz: "Basta screditare l'Europa, la soluzione c'è" - "Alcuni stanno giocando a screditare l'Ue e il fatto che la comunità possa essere più forte degli individui". E' il monito del presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, anch'egli tra gli invitati al minisummit della rotta balcanica, facendo appello alla "buona volontà" dei Paesi per trovare una soluzione condivisa. Abbiamo un milione di rifugiati da suddividere su 507 milioni di europei, "questo è possibile", ha commentato.