In Aula l'abbraccio tra Pistorius e la sorella e la disperazione dei genitori di Reeva
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Il campione olimpico, condannato a 13 anni e 6 mesi per l'omicidio di Reeva Steenkamp, morta nel 2013, "non ha completato il periodo minimo di detenzione"
"Pistorius vicino al suicidio" © Da video
A Oscar Pistorius è stata negata la libertà vigilata. Il campione paralimpico sudafricano era stato condannato dalla Suprema Corte d'appello di Johannesburg a 13 anni e 6 mesi per l'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, morta nel 2013. A renderlo noto è stato il suo avvocato aggiungendo che il motivo è che "il detenuto non ha completato il periodo minimo di detenzione stabilito dalla Corte". L'udienza si è svolta nel carcere di Atteridgeville, vicino alla capitale Pretoria, dove Pistorius sta scontando la pena.
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In un comunicato rilasciato dai Servizi Penitenziari si legge che a Pistorius verrà concessa un'altra udienza nell'agosto del 2024.
Il 14 febbraio 2013 il velocista, ribattezzato "Blade Runner" per le due protesi in carbonio, ha ucciso la sua ragazza, la modella Reeva Steenkamp, sparandole quattro colpi attraverso la porta del bagno della sua abitazione di Pretoria. I pm lo hanno accusato di aver deliberatamente ucciso la giovane in un impeto di gelosia. L'ex atleta 36enne, che ha subito l'amputazione di entrambe le gambe sotto le ginocchia, ha sempre negato sostenendo di averla scambiata per un ladro. Il giudice ha ritenuto che non vi fossero prove che Pistorius avesse voluto uccidere Steenkamp, ma lo ha ritenuto colpevole di omicidio colposo.
"Non credo alla sua storia. Non credo che Oscar sia pentito o riabilitato". Lo ha detto June Steenkamp, la madre di Reeva. La donna ha parlato al suo arrivo all'udienza. L'avvocato degli Steenkamp, Tania Koen, ha dichiarato che i genitori della vittima continuano a ritenere che Pistorius abbia voluto uccidere la sua compagna e per loro la morte della figlia è "una condanna a vita". L'ex velocista finora ha scontato metà della condanna a 13 anni per l'omicidio della fidanzata.