"FIGLIO POLITICO" DI BORIS ELTSIN

Nemtsov, figlio ribelle della nomenklatura: ecco chi era l'oppositore ucciso

Il leader dell'opposizione russa a Vladimir Putin è stato freddato nella notte tra venerdì e sabato non lontano dalla piazza Rossa

28 Feb 2015 - 06:46
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Boris Nemtsov, 55 anni, ucciso venerdì notte da ignoti sicari a pochi passi dalla piazza Rossa a Mosca era uno dei leader dell'opposizione russa a Vladimir Putin ed era stato vicepremier liberale sotto l'ala protettrice di Boris Eltsin. Ecco un ritratto del figlio "ribelle" della nomenklatura.

Nemtsov, figlio ribelle della nomenklatura: ecco chi era l'oppositore ucciso

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Nato il 9 ottobre del 1959 a Soci, il padre era stato viceministro sovietico dell'edilizia e membro del Pcus e la madre pediatra emerito dell'Urss, Nemtsov aveva studiato fisica dal 1976 al all'1981. Poi nel 1986 dopo il disastro di Chernobyl organizza un movimento di protesta nella città di Gorki, per impedire la costruzione di una nuova centrale nella regione.

I primi passi in politica ai tempi della Perestroika - Sono gli anni della Perestroika di Mikhail Gorbaciov. Nello stesso anno si propone come candidato indipendente per le elezioni del Soviet dei Deputati del Popolo come indipendente, ma la commissione elettorale locale glielo impedisce.

L'ingresso nel Parlamento russo - Nel 1989 ci riprova. Il suo programma prevede una serie di riforme, radicali per l'epoca, con idee a sostegno di una democrazia multipartitica e dell'impresa privata. Non viene eletto, ma si ripresenta nel 1990 alle elezioni del Soviet Supremo della Repubblica Russa e questa volta ha la meglio sugli altri candidati, sfidando il listone comunista.

L'alleanza con Borsi Eltsin - In Parlamento si unisce alla Coalizione Riformista di Eltsin. Entra a far parte del comitato legislativo, che si occupa delle riforme agricole e della liberalizzazione del commercio estero. In quel periodo, viene "adottato" da Eltsin quasi come un figlio politico.

Nel 1991, durante il tentato colpo di Stato dei nostalgici, Nemtsov resta al fianco di Boris Eltsin nella resistenza. Nello stesso anno viene "ricompensato" con la nomina a rappresentante plenipotenziario del presidente della Federazione Russa nella regione di Nizhni Novgorod. In seguito diventa governatore ed è rieletto nel 1995. Il suo incarico è segnato da un programma di riforme liberali che si traducono in una significativa crescita economica e gli valgono le lodi di Margaret Thatcher.

La nomina a vicepremier, la crisi economica e le dimissioni - Nel marzo 1997, Nemtsov è nominato primo vicepremier della Russia, con il compito di riformare il settore energetico. In questo periodo può contare su un buon appoggio popolare e sembra essere un potenziale candidato presidente per il 2000. Tuttavia, la sua carriera politica subisce un brusco stop nell'agosto 1998 per la crisi economica che investe la Russia e travolge il rublo. Nemtsov in quel periodo fa parte del team economico di Anatoli Ciubais ed è costretto a dimettersi da vicepremier.

Nell'agosto 1999, prova a rilanciarsi fra i cofondatori dell'Unione delle Forze di Destra, un rinnovato sodalizio democratico-liberale, che riceve quasi 6 milioni di voti, pari all'8,6%, nelle elezioni parlamentari del dicembre dello stesso anno. Ma è un successo parziale ed effimero.

La stagione dell'opposizione a Putin - Poi inizia la stagione dell'opposizione a Vladimir Putin, inflessibile su tutti i temi più importanti: dalla questione cecena, al recente conflitto in Ucraina. Fino alla morte violenta, a poche decine di metri dal Cremlino.

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