Intanto i militari che hanno preso il potere formano un governo con 21 ministri, molti dei quali sono generali che hanno partecipato al colpo di Stato. L'Ue prepara sanzioni
La giunta militare golpista in Niger ha formato un governo. Lo ha reso noto il leader dei golpisti, il generale Abdourahamane Tiani. L'esecutivo, composto di 21 membri, è guidato dal primo ministro Ali Mahaman Lamine Zeine. Poche ore dopo l'annuncio, si è tenuto ad Abuja il vertice della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), che, dopo aver detto di voler cercare il dialogo, ha dato il via libera a un'azione militare "il prima possibile". I golpisti avvertono: "Se l'Ecowas interviene militarmente uccideremo il presidente".
La giunta militare che ha preso il potere in Niger il 26 luglio ha formato un nuovo governo composto da 21 ministri: il primo ministro è Ali Mahaman Lamine Zeine e Difesa e Interno sono stati assegnati a generali che hanno partecipato al golpe. Lo riferisce La Libre Belgique, citando un decreto firmato dal nuovo uomo forte di Niamey, il generale Abdourahamane Tiani.
Il documento è stato letto dalla tv nazionale nella notte, a poche ore dal nuovo vertice dei Paesi della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) convocato ad Abuja sulla situazione in Niger.
Ad annunciarlo è stato il presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara al termine del summit straordinario di Abuja convocato sulla crisi nel Paese governato dai golpisti. "I capi di stato maggiore faranno altre riunioni per finalizzare le cose ma hanno l'accordo della conferenza dei capi di Stato affinché l'operazione inizi il prima possibile", ha detto. Ouattara ha indicato che la Costa d'Avorio fornirà "un battaglione" da 850 a 1.100 uomini, insieme a Nigeria e Benin in particolare, e che "altri paesi" si uniranno a loro. "I golpisti possono decidere di partire domani mattina e non ci sarà nessun intervento militare, tutto dipende da loro", ha insistito, aggiungendo: "Siamo determinati a reinstallare nelle sue funzioni il presidente Bazoum". Indicazioni più sfumate sono invece arrivate dal presidente della Commissione Ecowas, Omar Touray, che ha ribadito "il continuo impegno per il ripristino dell'ordine costituzionale, attraverso mezzi pacifici".
Il capo della diplomazia Usa, Antony Blinken, ha dichiarato che il suo Paese sostiene l'azione della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) nei confronti del Niger, senza però approvare esplicitamente la
decisione di dispiegare la sua forza. "L'Ecowas, un'organizzazione che riunisce i paesi dell'Africa occidentale, svolge un ruolo fondamentale nel dimostrare la necessità di un ritorno all'ordine costituzionale e sosteniamo la leadership e il lavoro dell'Ecowas in questo settore", ha affermato Blinken.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto "molto preoccupato per le deplorevoli condizioni in cui, secondo quanto riferito, vivono il presidente Bazoum e la sua famiglia mentre continuano a essere detenuti arbitrariamente da membri della guardia presidenziale in Niger". Il segretario generale ribadisce la sua preoccupazione per la salute e la sicurezza del presidente, deposto il 26 luglio, e della sua famiglia e chiede ancora una volta il suo rilascio immediato e incondizionato e la sua reintegrazione come capo dello Stato. Lo riporta un portavoce Onu in una nota aggiungendo che "il segretario generale è anche allarmato per le continue notizie sull'arresto di diversi membri del governo. E "chiede con urgenza il loro rilascio incondizionato e il rigoroso rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti umani del Niger".
Da parte sua, la giunta golpista del Niger ha minacciato di uccidere il presidente deposto se i Paesi vicini della regione dovessero intervenire militarmente per ripristinare il governo dello stesso Bazoum. Lo riferiscono due funzionari occidentali ad Associated Press. Secondo quanto riferito da un funzionario militare occidentale, rappresentanti della giunta avrebbero informato la sottosegretaria di Stato Usa Victoria Nuland durante la sua visita nel Paese. Un funzionario statunitense ha inoltre confermato questo resoconto, parlando sempre a condizione di mantenere l'anonimato.
I paesi dell'Unione Europea hanno iniziato a gettare le basi per imporre le sanzioni ai membri della giunta militare che ha preso il potere in Niger il 26 luglio scorso. Lo hanno detto alla Reuters fonti europee. Un funzionario dell'Ue coinvolto nel lavoro sulle sanzioni e un diplomatico dell'Ue hanno affermato che l'Ue ha avviato la discussione sui criteri per l'adozione delle misure. Il funzionario ha spiegato che tra i criteri rientrerebbe "l'indebolimento della democrazia" in Niger. "Il passo successivo sarebbero le sanzioni contro i singoli membri della giunta", ha aggiunto il diplomatico.