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Sono state liberate dall'esercito nigeriano che le ha mostrate alla stampa con i figli. Così le due giovani hanno raccontato la prigionia
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L'esercito nigeriano ha annunciato di aver trovato due ex studentesse del gruppo delle cosiddette "ragazze di Chibok", rapite dai jihadisti di Boko Haram otto anni fa, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2014 dalla scuola di Chibok, da qui il nome, nello Stato di Borno, nord-est del Paese. Le due giovani erano tra le 276 studentesse di età compresa tra 12 e 17 anni rapite dal loro collegio. Con i loro figli in braccio sono state presentate alla stampa. Si tratta di Hauwa Joseph e Mary Dauda. Il caso delle studentesse di Chibok aveva scatenato una campagna globale di solidarietà intorno all'hashtag #BringBackOurGirls.
Il ritrovamento - Il generale Christopher Musa, comandante militare della 26ma brigata dell'esercito nigeriano, ha dichiarato che le giovani sono state trovate il 12 e 14 giugno in luoghi differenti. La prima, Hauwa Joseph, era con altri civili vicino a Bama, dove le truppe avevano attaccato un campo di Boko Haram. L'altra, Mary Dauda, era nei pressi del villaggio di Ngoshe, al confine con il Camerun, assieme al suo bambino.
Le testimonianze - Alcune delle ragazze scappate dalla prigionia hanno raccontato di essere state portate nella foresta di Sambisa, dove si trovava la base di Boko Haram, e divise tra cristiane e musulmane: le musulmane erano state costrette a sposare dei miliziani; lo stesso accadde alle cristiane che accettarono di convertirsi all'Islam. Le studentesse cristiane che rifiutarono la conversione furono ridotte in schiavitù, costrette a dormire all'aperto e compiere lavori di fatica, oltre a cucinare per i miliziani, curare quelli feriti e seppellire quelli morti. I loro guardiani le separarono in piccoli gruppi e continuarono a spostarle nelle varie basi di Boko Haram per tenerle nascoste.
"Siamo state abbandonate, nessuno si è preso cura di noi. Non ci hanno neanche dato da mangiare a sufficienza", ha riferito Hauwa Joseph. Mary Dauda, racconta di essere stata costretta a sposarsi con diversi combattenti di Boko Haram prima di riuscire a fuggire. "Ti fanno morire di fame - ha detto. - Ti picchiano se ti rifiuti di pregare".
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La sorte delle altre ragazze rapite - A oggi, delle 276 studentesse rapite, oltre 57 sono riuscite a scappare quasi subito dopo il sequestro, altre 80 sono state liberate grazie all'intervento dell'esercito nigeriano o in cambio di alcuni comandanti prigionieri di Boko Haram. Tante altre ragazze però risultano ancora disperse da otto anni.
Secondo l'Unicef, dal 2009, inizio dell'insurrezione dei terroristi nel nord della Nigeria, 27mila persone hanno perso la vita. Sono state chiuse oltre 1.400 scuole nel nord-est del Paese e più di 2.200 insegnanti sono stati uccisi. Almeno 2,8 milioni bambini non hanno accesso all’istruzione di base. Tanti sono dovuti fuggire dalle loro case e ora si trovano in campi per sfollati o profughi nei Paesi limitrofi.