Polemiche sull'impatto visivo della costruzione che potrebbe sorgere sulle colline intorno a Oslo
Ha una forma irregolare e spigolosa, un colore scuro e venature dorate. Sembra un UFO ma è una casa destinata a sorgere a Oslo, in Norvegia, nei dintorni dello studio storico del pittore espressionista Edvard Munch. Il progetto, firmato dall’artista Bjarne Melgaard e da uno studio di architettura, ha suscitato le critiche di chi non vuole vedere modificati i paesaggi che hanno ispirato l’autore de “L’urlo”.
La polemica è arrivata sin sul New York Times, che riporta le preoccupazioni di artisti e giornalisti norvegesi. Nelle prossime settimane, l’autorità nazionale per la conservazione del patrimonio culturale deciderà se permettere la costruzione o meno. Nei piani di Melgaard e dello studio Snohetta, gli esterni della casa dovrebbero essere realizzati in legno bruciato, mentre all’interno le pareti dovrebbero essere mobili, l’arredamento gonfiabile, e la sala da pranzo nella stessa stanza della piscina.
Melgaard ha detto di ritenere “ridicole” le polemiche sul progetto, il cui nome ufficioso è “A House To Die In” (Una casa in cui morire), e ha accusato i suoi critici di averlo attaccato perché omosessuale. Già da tempo, Melgaard è noto in Norvegia come artista controverso, e ha spesso esplorato attraverso le proprie opere temi quali sesso, droghe, morte. Nel 2015, aveva dato idea di voler “sfidare” Munch, esponendo le proprie opere nel Munch Museum accanto a quelle del più importante pittore norvegese, e ricevendo per questo molte critiche.
Edvard Munch nel suo studio di Ekely, vicino Oslo
Munch acquistò nel 1916 il terreno di Ekely, nei pressi della capitale della Norvegia, e vi abitò per 28 anni, fino alla sua morte, avvenuta il 23 gennaio 1944. La sua villa è stata demolita nel 1960, ma l’atelier – dove realizzò centinaia di dipinti – esiste ancora e viene affittato ad artisti o utilizzato per mostre. Nei dintorni vive dal 1950 una “colonia” di 44 artisti, tra i più fermi oppositori del nuovo bizzarro edificio.