Nozze gay, referendum in Irlanda: è il primo Paese a delegare la scelta al popolo
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Fino al 1993 per Dublino l'omosessualità era un reato, ora il premier cattolico si schiera a favore. Urne aperte fino alle 23 italiane, il risultato sabato pomeriggio
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In Irlanda si vota per approvare le nozze gay. Una decisione storica per almeno due motivi: il primo è che nessun Paese finora aveva affidato la decisione a un referendum popolare. La seconda ragione è che l'isola è da sempre considerata un baluardo del cattolicesimo, basti pensare che fino al 1993 l'omosessualità era ritenuta un reato. Urne aperte fino alle 23 italiane, il risultato nel pomeriggio di sabato.
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Sono 3,2 milioni i cittadini chiamati alle urne. La scelta del referendum è motivata dal fatto che soltanto con il parere del popolo si può cambiare la Costituzione del 1937. Se vincerà il "sì", il nuovo articolo 41 reciterà che "il matrimonio può essere contratto, in accordo con la legge, da due persone senza distinzione di sesso". Dublino già dal 2010 riconosce le unioni civili, sfruttate da circa duemila persone.
Il matrimonio, tuttavia, consentirà loro di avere lo stesso stato sociale delle coppie eterosessuali. La Chiesa cattolica potrà comunque rifiutarsi di sposare persone dello stesso sesso. I sondaggi danno in vantaggio il partito del sì, ma sull'esito del voto influirà molto l'affluenza ai seggi.
"Non ho dubbi sull'estensione del diritto di sposarsi alle coppie gay", ha dichiarato prima dell'apertura delle urne il premier cattolico Enda Kennym. Una posizione che non ha sorpreso i cittadini, visto che anche alcuni esponenti e associazioni della Chiesa locale si sono schierati a favore dell'estensione del matrimonio agli omosessuali.