Sabato a Roma il nuovo round di negoziati. E a provare a fare da "mediatore" arriva la Russia
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Le richieste "irrealistiche" degli Usa "riducono le possibilità di arrivare a un accordo" sul nucleare iraniano, ma Teheran "parteciperà molto seriamente" ai negoziati di sabato a Roma. Lo ha detto il ministro degli Esteri Abbas Araghchi dopo avere incontrato il suo omologo russo Serghei Lavrov oggi a Mosca. Araghchi ha aggiunto che l'Iran non è ancora pronto a contatti diretti con i negoziatori americani. "Nutriamo seri dubbi sulle intenzioni e le motivazioni della parte americana, ma nonostante ciò parteciperemo ai negoziati di domani con la serietà della Repubblica islamica dell'Iran e con piena determinazione".
L’Iran (stando alle dichiarazioni ufficiali) si prepara a prendere parte con serietà e determinazione al nuovo round di colloqui indiretti con gli Stati Uniti, previsto per sabato a Roma, pur manifestando forti perplessità sull’atteggiamento della controparte americana. Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, intervenuto in conferenza stampa congiunta a Mosca insieme al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.
Secondo quanto riportato dalle agenzie Ria Novosti e Mehr, Araghchi ha sottolineato che le richieste avanzate dagli Stati Uniti sono considerate da Teheran “irrealistiche” e rischiano di compromettere le possibilità di raggiungere un’intesa sul programma nucleare iraniano. Nonostante ciò, l’Iran ha ribadito la sua disponibilità a negoziare, pur mantenendo le distanze da un contatto diretto con i rappresentanti statunitensi.
"Nutriamo seri dubbi sulle reali intenzioni della parte americana – ha affermato Araghchi – ma affronteremo i colloqui con la serietà che contraddistingue la Repubblica Islamica. Se dall'altra parte ci sarà la stessa volontà di trovare una soluzione pacifica, senza pretese fuori luogo, un accordo sarà possibile". A sostenere l’apertura al dialogo è anche la Russia, che si è detta pronta a mediare tra Iran e Stati Uniti. "Accogliamo con favore la volontà delle parti di raggiungere un compromesso equo e duraturo", ha dichiarato Lavrov, ribadendo l’impegno di Mosca nel favorire un'intesa che tenga conto degli interessi legittimi di Teheran.
Il ministero degli Esteri dell'Iran avrebbe proposto agli Stati Uniti, durante i colloqui indiretti tenutisi in Oman sabato scorso, un piano in tre fasi che mira a ridurre le tensioni sulla questione del nucleare in cambio della revoca delle sanzioni e dell'accesso ai beni congelati della Repubblica islamica. Lo hanno riferito delle fonti diplomatiche al media iraniano d'opposizione basato a Londra "Iran International", secondo cui il piano è stato presentato per iscritto dal capo della diplomazia iraniana Abbas Araqchi all'inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff.
Teheran ha proposto che nella prima fase del piano, se alla Repubblica islamica verrà concesso l'accesso alle risorse finanziarie bloccate e il permesso di vendere petrolio, ridurrà temporaneamente il livello di arricchimento di uranio al 67,3 per cento. In una seconda fase, se gli Stati Uniti convinceranno Gran Bretagna, Germania e Francia ad astenersi dall'attivare il meccanismo di rollback delle sanzioni delle Nazioni Unite (meccanismo di attivazione) e alcune delle sanzioni statunitensi contro l'Iran verranno revocate, Teheran interromperà completamente l'arricchimento ad alto livello e consentirà di ristabilire le ispezioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).
Nella terza e ultima fase, se l'accordo nucleare globale verrà approvato dal Congresso degli Stati Uniti e se tutte le sanzioni primarie e secondarie verranno revocate, la Repubblica islamica accetterà di trasferire il suo uranio altamente arricchito a un Paese terzo. Secondo le fonti di "Iran International", Witkoff ha accolto con favore queste proposte avanzate dalla parte iraniana.