La petizione

Nuova Zelanda, il partito dei Maori chiede il ripristino del nome originale

I nativi hanno lanciato una petizione per rinonimare il Paese in "Aotearoa", così come era prima dell'arrivo degli europei. In sole otto ore sono state raggiunte 12mila firme

14 Set 2021 - 18:21
Petizione del partito maori per cambiare il nome della Nuova Zelanda © Twitter

Petizione del partito maori per cambiare il nome della Nuova Zelanda © Twitter

La richiesta del partito dei nativi è molto semplice: cambiare il nome del Paese in "Aotearoa" per riportare un po' di maori dove, dal 1800 al 1907, anno dell'indipendenza dalla Corona, è avvenuta la colonizzazione europea. E ora i maori, che oggi sono circa il 15% della popolazione, chiedono di tornare a far vivere la cultura tradizionale della Nuova Zelanda. Non sarebbe la prima volta che i maori vedono esaurirsi questo desiderio. Solo a febbraio infatti, il governo ha riconosciuto il capodanno maori come festa nazionale.

Una lotta senza fine quella del partito guidato da Rawiri Waititi e Debbie Ngarewa-Packer, che poco meno di cinquant'anni fa aveva chiesto di firmare un'altra petizione per il reintegro del Te Rao Maori come lingua ufficiale. In quel caso erano riusciti a portare a casa la vittoria. "La Nuova Zelanda è un nome olandese. Anche gli olandesi hanno cambiato nome: da Olanda a Paesi Bassi, per l'amor di Dio!". Hanno dichiarato i rappresentanti, mentre sul sito della petizione si legge: "In soli 40 anni, la Corona riuscì a spogliarci con successo della nostra lingua e ancora oggi ne sentiamo l'impatto. È assolutamente inaccettabile che solo il 20% della popolazione Māori e il 3% delle persone che vivono ad Aotearoa possano parlare te reo Māori".

Il progetto però guarda anche oltre il solo nome della Nuova Zelanda. In ballo ci sono infatti anche gli identificativi originali in lingua Te Reo Maori per tutte le città e i luoghi in tutto il Paese. Un'operazione che sognano di realizzare entro il 2026. "È dovere della Corona fare tutto il possibile per ripristinare lo status della nostra lingua. - Si legge. - Ciò significa che deve essere accessibile nei luoghi più ovvi; sui nostri televisori, sulle nostre stazioni radio, sui segnali stradali, sulle mappe e sulla pubblicità ufficiale e nel nostro sistema educativo".

Dal governo la risposta non è per il momento positiva, con la premier Jacinda Ardern che l'anno scorso commentava: "Sento sempre più spesso l’uso di Aotearoa, e questa è una cosa positiva. Che si cambi o meno, i neozelandesi fanno sempre più riferimento al nome maori, e questa transizione è stata accolta favorevolmente da tutta la popolazione". Intanto la petizione continua a girare arrivando a quota 12 mila firme su 5 milioni di abitanti in otto ore.

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