"La palazzina israeliana era vicina alla nostra, ma non ci siamo accorti di nulla", racconta l'ex atleta a "Pomeriggio Cinque News"
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Sono momenti di entusiasmo e paura quelli che avvicinano la Francia all'apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. A poche ore dalla cerimonia inaugurale, la società ferroviaria Sncf ha infatti denunciato di aver subito un "attacco massiccio" che ha paralizzato la sua rete, coinvolgendo almeno 800mila viaggiatori.
Una situazione che Sara Simeoni ha commentato a "Pomeriggio Cinque News" rivivendo il massacro di Monaco di Baviera avvenuto nel 1972, quando undici atleti israeliani persero la vita per mano di un'organizzazione terroristica palestinese.
"Ricordo che avevo gareggiato e la notte questo gruppo di fedayyin entrò nella palazzina israeliana accanto alla nostra, perché i villaggi sono disposti in ordine alfabetico", racconta con estrema lucidità Sara Simeoni, che all'epoca aveva diciannove anni ed era alla sua prima esperienza ai Giochi Olimpici.
"Non ci siamo accorti di niente, abbiamo saputo tutto il mattino seguente perché avevano bloccato la parte del villaggio in cui si trovava la palazzina israeliana e non si poteva passare. C'era questa ansia da parte di tutti perché non si sapeva bene cosa sarebbe successo". Quindi il racconto dell'ex atleta torna sull'atmosfera che si respirava in quei giorni, con i sotterranei trasformati in un assetto di guerra. "Poi man mano che gli atleti gareggiavano, hanno pensato di farli tornare a casa per sicurezza, perciò anche io ho vissuto da casa tutto quello che è successo".
Durante il collegamento con "Pomeriggio Cinque News", la campionessa olimpica ha spiegato ancora: "Gli atleti vengono come isolati in una bolla, perciò fanno anche fatica a vivere realmente quei momenti, almeno per come fu a Monaco di Baviera. Il problema è che da lì in poi tutte le zone riservate agli atleti sono diventati dei veri e propri bunker. Ma questo non è più sport, soprattutto per le Olimpiadi che sono nate con obiettivi ben diversi". E conclude: "Un assetto di guerra come quello di oggi non l'ho vissuto per fortuna, perché per me le Olimpiadi hanno un significato particolare e vederle così ferisce il cuore. Non è bello, crea un'ansia che invece di farti sentire comunità porta ognuno a pensare per sé".
L'intervento di Sara Simeoni è anche l'occasione, dal punto di vista sportivo, per ricordare con un sorriso i quarantaquattro anni esatti dalla medaglia d'oro conquistata alle Olimpiadi di Mosca 1980. Ricordi e immagini che ancora la fanno emozionare.