Nonostante "accuse credibili". La denuncia era stata presentata dalla fidanzata della vittima
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Negli Usa un giudice ha archiviato il caso contro Mohammed bin Salman per l'omicidio del giornalista e attivista Jamal Khashoggi, affermando che il principe ereditario saudita ha diritto all'immunità nonostante "accuse credibili" che fosse coinvolto nell'omicidio. Le denuncia era stata presentata dalla fidanzata di Khashoggi.
Il giudice John Bates, che ha alle spalle una lunga storia di casi che riguardano la sicurezza nazionale americana, ha ammesso di essere "a disagio" nel prendere la decisione ma di avere le mani legate dalla recente decisione del dipartimento di Stato Usa che, a metà novembre, ha deciso di concedere l'immunità al principe ereditario saudita dopo la sua elezione a premier nella causa intentatagli da Hatice Cengiz per la brutale uccisione a Istanbul del suo fidanzato.
Una decisione che aveva sollevato un polverone di critiche contro il presidente americano Joe Biden e tutta la sua amministrazione accusati da membri del Congresso e da gruppi per la difesa dei diritti umani di aver capitolato a "petrolio e denaro". I detrattori hanno anche richiamato l'attenzione sul fatto che il re saudita Salman, facendo un'eccezione alla legge del Paese, ha nominato il figlio come premier il 27 settembre, ossia tre giorni prima dell'iniziale scadenza per il parere del governo Usa, e che il potere resta comunque nelle sue mani, tanto che negli incontri in cui è presente continua ad agire come capo del governo. Sarebbe stata quindi una manovra formale proprio per ottenere l'immunità.
Per l'intelligence Usa non ci sono dubbi che Mohammed bin Salman sia il mandante dell'omicidio, avvenuto nel 2018, del giornalista dissidente Khashoggi, che collaborava anche con il Washington Post.