La senzatetto di 24 anni ha dichiarato di essere stata ospitata dalla sorella nel palazzo dove la madre dell'adolescente, che fa la portinaia, le avrebbe rifiutato il pass per accedere all'immobile
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Il movente dell'omicidio di Lola, la 12enne trovata morta in un baule a Parigi, potrebbe essere legato a un diverbio tra la madre della ragazzina e la principale sospettata, una senzatetto di 24 anni, Dahbia. Sarebbe stata proprio la presunta omicida a spiegarlo, secondo quanto riferisce BfmTv. La donna avrebbe dichiarato di essere stata ospitata dalla sorella nel palazzo dove abita la famiglia di Lola. Qui la madre dell'adolescente, portinaia dello stabile, avrebbe rifiutato alla 24enne il pass per accedere all'immobile.
Il movente - Quel no, dunque, avrebbe scatenato una lite tra la clochard, Dahbia, con precedenti psichiatrici e accusata dell'omicidio di Lola, e la mamma dell'adolescente. Ad affermarlo proprio la senzatetto di origini algerine, ospitata da sua sorella nel palazzo dove abitava Lola e la sua famiglia, ai poliziotti durante il suo arresto. Questa, dunque, è la pista attualmente seguita dagli inquirenti, anche se al momento non è confermata.
Proprio nel cortile dello stabile il corpo di Lola era stato rinvenuto il 14 ottobre. "Omicidio di una minore di 15 anni" e "stupro con atti di tortura e barbarie": sono questi i capi d'accusa mossi dalla procura di Parigi contro l'algerina iscritta nel registro degli indagati e poi messa in detenzione provvisoria nel quadro dell'inchiesta per il brutale omicidio della piccola Lola, venerdì scorso nel cuore di Parigi.
Infuria, intanto, la polemica politica. Con l'estrema destra d'Oltralpe che accusa l'attuale amministrazione di Emmanuel Macron di rimanere in silenzio dinanzi a ciò che considera non essere un "fatto di cronaca". "Ancora una volta, uno spaventoso assassinio - ha twittato la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, - una bambina massacrata in piena Parigi. Un giorno bisognerà andare in fondo alle inchieste per trovare non solo i colpevoli diretti, ma anche fermare le folli politiche che rendono possibili questi crimini".
Per il suo rivale politico di estrema destra, Eric Zemmour, "Lola, ritrovata in un contenitore sgozzata da barbari, aveva soltanto 12 anni. I miei pensieri vanno ai suoi genitori. Per loro e per Lola, dovrà essere fatta giustizia". Lo stesso fondatore del movimento Reconquete!, poco dopo, è tornato a polemizzare utilizzando la parola "francocidio" per definire l'uccisione di qualcuno in quanto francese, che aveva già ripetuto per la decapitazione del professore Samuel Paty, due anni fa.
"Dahbia B., Amine K., Friha B. e Rachid N., sono i nomi di 4 sospetti algerini nel caso dell'omicidio di Lola - ha twittato Zemmour, noto per le sue frasi incendiarie e già condannato per incitamento all'odio razziale - quando difenderemo i nostri bambini contro questi francocidi che sono sempre commessi dagli stessi e sempre ai danni degli stessi?".
La vicenda - Lola, 12 anni, è stata soffocata, poi sgozzata e il suo cadavere chiuso in un contenitore di plastica sotto la casa in cui abitava con la famiglia. Era uscita da scuola ed è stata avvicinata al portone di casa dalla 24enne algerina indagata assieme a un altro dei sei sospetti fermati negli ultimi giorni.
Dahbia avrebbe già diversi precedenti psichiatrici. Alcune testimonianze nel quartiere di chi l'ha vista nel pomeriggio di venerdì - quando ormai la bimba era già scomparsa - parlano di una persona che parlava da sola, camminando, scalza, fra il negozio di un fornaio e una tabaccheria. Vicino a lei, c'era il contenitore in plastica, pesante, che non riusciva a trasportare dopo aver chiesto, invano, l'aiuto di alcuni passanti.
Dall'autopsia eseguita sabato, riferiscono fonti vicine all'inchiesta citate dalla stampa francese, è emerso che Lola è morta per soffocamento, con profonde ferite al collo. Delle sei persone poste in stato di fermo nel quadro dell'inchiesta, quattro sono state lasciate libere di andare.
La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, e il ministro dell'Istruzione, Pap Ndiaye, si sono recati nella scuola media Georges-Brassens, dove Lola frequentava la 5E (corrispondente alla nostra seconda media). Nella scuola è stata attivata una cellula di sostegno psicologico, come anche per tutti gli abitanti del quartiere sotto shock.