Secondo Amnesty International, "sono state coinvolte anche le autorità marittime di Italia e Malta". Cinque migranti sono rimasti feriti
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Le forze armate libiche "hanno fatto irruzione sulla Nivin, la nave con 79 migranti bloccata da giorni al porto di Misurata. Da parte dei militari ci sono state "violenze" contro i profughi, cinque dei quali sono rimasti feriti e altri "ricondotti a forza nei centri libici". Lo sostiene Mediterranea, Ong impegnata nel monitoraggio delle coste libiche. Secondo Amnesty International, "sono state coinvolte anche le autorità marittime di Italia e Malta".
Il Nivin ha fatto rotta verso la Libia, in violazione del diritto internazionale, dato che quello non può essere considerato un Paese sicuro dove effettuare lo sbarco. I migranti si sono poi rifiutati di scendere e, secondo quanto riferito dal responsabile della sicurezza del porto di Misurata, "sono stati accusati di pirateria". Il responsabile ha inoltre confermato che nell'irruzione "sono stati sparati proiettili di gomma e lacrimogeni".
Amnesty International aveva chiesto alle autorità libiche, europee e panamensi di assicurare che i migranti a bordo non fossero costretti a sbarcare per essere portati in un centro di detenzione libico. Mediterranea ha poi chiesto che "Italia e Ue si assumano la responsabilità dello loro scelte politiche".
L'8 novembre il mercantile Nivin, battente bandiera panamense, ha soccorso nel Mediterraneo centrale un gruppo di migranti e rifugiati, tra cui bambini, che cercava di raggiungere le coste europee.