"Non era un terrorista - ha raccontato il padre -, ma beveva e si drogava"
Sono stati rilasciati il padre, il fratello e il cugino di Ziyed Ben Belgacem, l'uomo ucciso sabato dalla polizia all'aeroporto Orly di Parigi dopo aver tentato di rubare il fucile a un'agente. I tre si erano presentati spontaneamente alla polizia. L'aggressore aveva contattato padre e fratello dopo aver sparato a un agente a Nord di Parigi, prima di dirigersi verso Orly. Il cugino ha raccontato invece di aver passato con lui la serata di venerdì.
Autopsia: Ziyed sotto effetto di alcool e droghe - L'autopsia, effettuata domenica, ha rivelato che l'uomo aveva consumato droga (cannabis e cocaina) e alcool. Sembra quindi prendere sempre più piede la teoria del padre di Ziyed che, una volta rilasciato ha infatti affermato: "Mio figlio non è mai stato un terrorista. Non ha mai pregato e beveva, era sicuramente sotto l'effetto di alcool e cannabis".
Si allontana l'ipotesi terrorismo - L'improvvisa escalation di violenza e aggressività che ha colto sabato l'assalitore della pattuglia di militari a Orly sembra essere dovuta quindi più a una esplosiva miscela di cocaina, cannabis e alcol che non alla "radicalizzazione" che già le prime affermazioni del procuratore Francois Molins sembravano escludere.
Ziyed, delinquente comune con precedenti per furti, rapine e spaccio, era rimasto al bar di Vitry fino alle 3 del mattino, poi era stato fermato ad alta velocità e fari spenti nei pressi di casa. Lì la reazione con la pistola a pallini contro il posto di blocco, poi il succedersi di episodi di violenza fino all'assalto ad Orly, al grido di "morire per Allah". I risultati dell'autopsia gettano una luce nuova sui fatti, il concatenarsi di azioni, l'escalation di violenza non sono un piano preordinato, piuttosto gli effetti di uno stato di alterazione.