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L'appello rivolto ai cristiani iracheni: "Alle persecuzioni rispondete con l'amore". In mattinata aveva incontrato l'Ayatollah Al-Sistani
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"Spesso, chi ha più mezzi può acquisire più conoscenze e avere più opportunità, mentre chi ha meno viene messo da parte. E' una disuguaglianza inaccettabile, che oggi si è dilatata". Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell'omelia della messa in rito caldeo nella cattedrale San Giuseppe di Baghdad, in Iraq. "Per il mondo, chi ha di meno è scartato e chi ha di più è privilegiato, mentre per Dio gli ultimi sono i privilegiati", ha aggiunto.
"L'amore è la nostra forza" "E' l'amore la leva dei cristiani, anche in terre dove sono minoranza e dove subiscono persecuzioni", ha proseguito il Pontefice parlando ai cristiani iracheni. "L'amore è la nostra forza, la forza di tanti fratelli e sorelle che anche qui hanno subito pregiudizi e offese, maltrattamenti e persecuzioni per il nome di Gesù. Ma mentre la potenza, la gloria e la vanità del mondo passano, l'amore rimane", ha detto Francesco.
"Di fronte al male il Signore non si arrende, non si rassegna - ha ricordato -. Chi ama non si chiude in se stesso quando le cose vanno male, ma risponde al male con il bene, ricordando la sapienza vittoriosa della croce. Il testimone di Dio fa così: non è passivo, fatalista, non vive in bali'a delle circostanze, dell'istinto e dell'istante, ma è sempre speranzoso, perché fondato nell'amore che 'tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta'".
"Dio compie prodigi attraverso le nostre debolezze" Le promesse di Dio, secondo il Papa, si compiono "attraverso le nostre debolezze. Dio fa beati coloro che percorrono fino in fondo la via della loro poverta' interiore". Il papa ha ricordato diverse figure bibliche ed evangeliche: Abramo e Sara che hanno figli da anziani, Mosè che parla al faraone pur essendo "impacciato nel parlare", Maria "che proprio quando per la Legge non può avere figli viene chiamata a diventare madre", e infine Pietro che tradisce Gesuù e viene da lui chiamato "a confermare i fratelli". "Cari fratelli e sorelle, a volte possiamo sentirci incapaci, inutili. Non crediamoci, perché Dio vuole compiere prodigi proprio attraverso le nostre debolezze", ha evidenziato il papa.
"Certo, siamo provati, cadiamo spesso, ma non dobbiamo dimenticare che, con Gesù, siamo beati. Quanto il mondo ci toglie non è nulla in confronto all'amore tenero e paziente con cui il Signore compie le sue promesse. Cara sorella, caro fratello - ha proseguito il papa passando alla seconda persona singolare - forse guardi le tue mani e ti sembrano vuote, forse nel tuo cuore serpeggia la sfiducia e non ti senti ripagato dalla vita. Se è così, non temere: le Beatitudini sono per te, per te che sei afflitto, affamato e assetato di giustizia, perseguitato. Il Signore ti promette che il tuo nome è scritto nel suo cuore, nei cieli. E io oggi lo ringrazio con voi e per voi, perche' qui, dove nell'antichità è sorta la sapienza, in questi tempi si sono levati tanti testimoni, spesso trascurati dalle cronache, ma preziosi agli occhi di Dio: testimoni che, vivendo le beatitudini, aiutano Dio a realizzare le sue promesse di pace".
Alla messa caldea presente anche il presidente iracheno Nella cattedrale di San Giuseppe a Baghdad, dove il Papa celebra la Messa in rito caldeo, è arrivato anche il presidente dell'Iraq Barham Salih accompagnato dalla moglie.
L'incontro con l'Ayatollah Al-Sistani Nella mattinata Bergoglio è volato nel sud del Paese: prima tappa Najaf, per un incontro con l'Ayatollah Sistani. Poi via Nassiriya si è recato a Ur dei Caldei, per pregare coi rappresentanti delle altre religioni. "I terroristi tradiscono la fede", aveva dichiarato nel corso dell'incontro inter-religioso. A Baghdad messa in rito caldeo, prima volta per un Pontefice.
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