Il portavoce del governo Olivier Véran: "Lavoriamo sistematicamente con Roma per le regole di ripartizione sui profughi". La premier francese Elisabeth Borne auspica "un dialogo pacifico" con Roma
Parigi prova a spegnere il fuoco dello scontro con l'Italia dopo le dichiarazioni del ministro dell'Interno Gèrald Darmanin sulla gestione dei migranti da parte della premier Giorgia Meloni. Il portavoce del governo francese, Olivier Véran, ha assicurato che nelle parole di Darmanin "non c'era nessuna volontà di ostracizzare l'Italia in alcun modo". Ha poi aggiunto di voler "rassicurare gli italiani che ci guardano" e di non volerne fare "una polemica politica". Tajani: "Parigi ha compreso la gravità dell'errore", e a Darmarin replica: "Forza Italia è il centro del governo e della politica italiana. Nessun estremismo, non abbiamo niente a che fare con la signora Marine Le Pen". La premier francese Elisabeth Borne auspica "un dialogo pacifico" con l'Italia.
"Continuiamo a lavorare con gli italiani - ha chiarito Véran ai microfoni di Cnews -. Con gli italiani si discute, adorano la politica, ma assumono le scelte che hanno preso e vogliono essere lasciati liberi di fare le loro scelte. Va benissimo così perché non abbiamo intenzione di fare altrimenti. L'Italia ammette molti, gran parte delle imbarcazioni e poi lavoriamo sistematicamente con gli italiani per regole di ripartizione. Quindi siamo intimamente legati dalla nostra storia, dalle sfide economiche, sociali, culturali, ma anche migratorie".
Anche il ministro della Transizione energetica Agnes Pannier-Runacher cerca di smorzare i toni dichiarando all'emittente tv Lci: "Non credo che le parole di Darmanin creeranno un problema con l'Italia. La situazione è complessa e quelli che promettono miracoli sono degli imbonitori".
Sulla stessa linea il ministro del Bilancio Gabriel Attal, che alla tv BfmTv dichiara: "Questo incidente rimarrà dietro di noi perché la Francia ha troppo bisogno dell'Italia e l'Italia ha troppo bisogno della Francia".
Su una linea meno accomodante il ministro dell'Istruzione Pap Ndiaye, che a France info dice: "Parigi non deve scusarsi con l'Italia ma piuttosto riallacciare un dialogo sereno. Il Trattato del Quirinale resta una bussola". Mentre il ministro dei Trasporti Clement Beaune dichiara: "Sull'immigrazione la Francia non fa la lezione agli italiani. Abbiamo proposto più volte una cooperazione bilaterale ed europea all'Italia per risolvere questo tema. Sulle migrazioni non c'è una soluzione che non passi per la cooperazione europea".
"Le parole pronunciate dal portavoce del governo francese vanno nella direzione di chi ha compreso di aver commesso un errore grave, di aver offeso il governo italiano". Così Antonio Tajani ha commentato le parole Véran. "Non siamo un governo di estrema destra - ha sottolineato il ministro degli Esteri che aveva chiesto che Parigi si scusasse per le frasi di Darmain definite un insulto gratuito e volgare -. Alcuni toni si possono risparmiare e mi auguro che siano solo le parole di un ministro in campagna elettorale. Noi non abbiamo nessuna voglia di interrompere le relazioni con la Francia".
"Ci saranno degli atti riparatori, io mi auguro che la Francia deciderà chi debba farlo, io mi auguro che prendano le distanze. Ma il comunicato non è stato sufficiente, è stato molto tiepido", ha quindi aggiunto Tajani. "Si capisce il disappunto del governo francese ma le offese sono state talmente forti che meritavano una risposta - ha spiegato -. Darmanin ha fatto male tutto con quell'intervento, perché privo di senso e non rispondeva alla verità. L'Italia sta facendo di tutto per affrontare la questione migratoria ma serve un'azione europea e dell'Onu".