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Dopo l'uccisione di tre persone in rue d'Enghien, nella zona c'è stata una manifestazione spontanea di curdi, presto degenerata: barricate e tafferugli contro la polizia, che ha risposto con i lacrimogeni
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Scontri e tafferugli si sono scatenati a Parigi nel quartiere curdo, a un centinaio di metri dalla rue d'Enghien, dove un uomo ha aperto il fuoco sulla folla uccidendo tre persone. Una manifestazione spontanea della comunità curda si è dispiegata per le strade del Faubourg Saint-Denis, nel cuore della città,, con i partecipanti che hanno urlato la loro rabbia. Sembra che la tensione sia esplosa quando la polizia ha fatto allontanare la folla per consentire l'accesso del ministro dell'Interno Gerald Darmanin nella zona del crimine.
A quel punto infatti la gente è entrata in contatto con il cordone di sicurezza eretto intorno al ministro e i manifestanti hanno iniziato a lanciare oggetti contro gli agenti, bruciato cestini e un albero di Natale, erigendo barricate in strada.
Almeno cinque agenti francesi sono rimasti feriti durante i violenti scontri, secondo fonti della polizia citate da Bfmtv. I manifestanti accusano lo Stato di non aver sufficientemente protetto la comunità curda e di aver lasciato a piede libero il killer, che è uscito di prigione soltanto 10 giorni fa.
Secondo Bfm-Tv, durante le proteste, è stata anche presa di mira un'auto della polizia, con il parabrezza andato in frantumi, distrutto da un palo in ferro. La zona interessata dalla protesta, centralissima, è completamente blindata mentre i militanti pro-curdi continuano a intonare cori, fischi, slogan di protesta tra i roghi appiccati in strada.
Nel quartiere sono intervenute anche pattuglie in tenuta antisommossa, accorse per rafforzare le forze di polizia inazione per sedare le proteste scoppiate subito dopo l'arrivo di Darmanin.