La Procura di Parigi ha aperto un'indagine per fare luce su presunti finanziamenti illeciti della campagna di Marine Le Pen durante le elezioni presidenziali del 2022. A darne notizia è l'emittente Bfmtv, secondo cui la decisione della Procura è stata presa in seguito a un rapporto del 2023 della Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques che vigila sul limite di spesa imposto dalla legge ai candidati durante le elezioni.
Il rapporto evidenzia alcune irregolarità come il prestito da parte di una persona giuridica a un candidato durante la campagna elettorale, l'appropriazione indebita di beni da parte di persone che ricoprono una carica pubblica, frode commessa a danno di un ente pubblico e falsificazione e uso di falsi. L'inchiesta è stata aperta il 2 luglio.
L'Authority, che deve controllare le spese della campagna elettorale dei candidati, che hanno un plafond e una parte delle quali viene rimborsata dallo stato, aveva segnalato irregolarità alla Procura. Ora, è al lavoro un giudice istruttore. Nel dicembre 2022, lo stesso organismo aveva rettificato la spesa per i lavori di verniciatura di 12 pullman affittati con il simbolo della candidata e del partito, per un ammontare di 316.182 euro. La spesa era stata considerata come "irregolare".
Marine Le Pen aveva fatto ricorso davanti al Consiglio costituzionale, poi aveva rinunciato all'iniziativa. La ex candidata, sconfitta da Emmanuel Macron al ballottaggio, ha investito circa 11,5 milioni di euro nella campagna elettorale, la terza in cui è uscita sconfitta dalla corsa all'Eliseo. Già in quella del 2017, le sue spese erano risultate in alcune voci irregolari.
A giugno, la Cassazione ha definitivamente convalidato la condanna del Rassemblement National per le fatture gonfiate per i kit della campagna elettorale utilizzati dai candidati dell'estrema destra nelle elezioni legislative del 2012 e rimborsate dallo stato. Sempre Marine Le Pen è in attesa di giudizio, con altre 24 persone e il RN, nel processo che la vedrà accusata dal 30 settembre per appropriazione indebita di fondi europei, nel caso della remunerazione di assistenti di eurodeputati fra il 2004 e il 2016.