Perù, manifestanti bloccano ferrovia del Machu Picchu
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Il tratto ferroviario che porta al sito archeologico è stato chiuso dopo che i manifestanti hanno danneggiato i binari
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In Perù il tratto della linea ferroviaria di collegamento alla città perduta degli Inca di Machu Picchu è stato interrotto a causa dei manifestanti che hanno occupato i binari, nell'ambito delle proteste contro il governo di Dina Boluarte. Tra i 300 turisti bloccati c'era anche un gruppo di italiani, tratti in salvo dopo ore. Avevano passato la notte nel sito, dopo aver visitato la cittadella.
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In Perù, nel corso del mese e mezzo di proteste che hanno avvolto il Paese in una forte tensione, la regione di Cusco e in particolare la zona di Machu Picchu, conosciuta nel mondo, è stata al centro di agitazioni, con ripetute interruzioni dei collegamenti ferroviari verso la cittadella. Il sito è stato chiuso alle visite. La decisione è stata presa per preservare il patrimonio storico ed evitare di metterlo a rischio.
I manifestanti, come già settimane fa, hanno divelto i binari in più punti del percorso ferroviario, costringendo la società Ferrocarril Transandino a bloccare i treni per intraprendere le necessarie riparazioni che sono state portate a termine in serata consentendo ai turisti di mettersi in viaggio verso Cusco.
Fra i connazionali assistiti dalle autorità italiane vi sarebbero anche cuochi, iscrittisi a un tour culinario di otto località peruviane, con Machu Picchu come ultima tappa. Nel complesso sono 430 i turisti che sono rimasti bloccati nella cittadella, di cui 300 stranieri. Gli italiani sarebbero alcune decine.
Già il 14 dicembre, centinaia di turisti erano stati bloccati nella regione dai blocchi stradali organizzati dai manifestanti, fra cui quattro ragazze italiane che, grazie all'intervento dell'ambasciata d'Italia sono prima state portate in una locanda e poi trasferite all'aeroporto internazionale di Cusco.