In vista del voto sulla risoluzione all'Europarlamento, cresce la tensione tra le varie forze politiche italiane. Ma con il piano del ministro dell'Economia sembra che si profili un punto d'intesa tra Carroccio e Forza Italia
Il piano di riarmo di Ursula von der Leyen continua a creare tensione tra i partiti e le coalizioni in Italia. Nel giorno della plenaria a Strasburgo, dove gli europarlamentari hanno discusso sul tema, spicca la protesta del Movimento 5 Stelle che va in trasferta con una folta delegazione di parlamentari guidata dal leader Giuseppe Conte per dire no alle armi. Posizioni diverse nel Pd, che cerca la mediazione, mentre nella maggioranza Lega e Forza Italia potrebbero aver trovato un punto d'intesa sul lodo Giorgetti. Oggi il voto in Europarlamento, che è chiamato a decidere in merito alla risoluzione sulla difesa e il riarmo.
Sembra dunque che le due forze di governo finora più distanti sul nodo armi possano convergere intorno alle parole di Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell'Economia espone il suo piano all'Ecofin ipoitzzando la creazione di un "fondo di garanzia in più tranche che ottimizza l'utilizzo delle risorse nazionali ed europee con l'obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati e con una spesa pubblica contenuta", mentre "un fondo di garanzia di circa 16 miliardi di euro potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi".
La giornata all'Europarlamento si apre con l'intervento di Ursula von der Leyen che rivendica la bontà del suo piano. All'esterno deputati, senatori ed europarlamentari M5S, insieme a Conte, srotolano uno striscione con la scritta "Basta soldi alle armi". Quindi la delegazione del M5S segue il dibattito all'interno, dalle tribune espone cartelli con le scritte: "Basta armi", "No al riarmo" "Più lavoro meno armi". E in aula l'eurodeputato Danilo Della Valle, dopo il suo intervento, pone sul banco dei commissari una bandiera della pace e dell'Ue unite (la stessa che verrà poi mostrata alla Camera e al Senato dagli unici parlamentari, Chiara Appendino e Stefano Patuanelli, rimasti a presidiare le aule italiane).
"Oggi von der Leyen e tutti i nostri governanti europei si prendono il rischio di crearci una prospettiva di guerra, ci portano in una economia di guerra", afferma Conte, smentendo "che in Europa investiamo di meno comparativamente alla Russia. E' stata assolutamente smentita questa sciocchezza e oggi von der Leyen l'ha ripetuta".
Il leader di M5s riconosce che "Elly Schlein è stata chiara sul no al riarmo: ne prendiamo atto". Ma dice 'no' alla piazza per l'Europa di sabato prossimo a Roma: "Noi oggi abbiamo assistito a un dibattito in cui le istituzioni europee, von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la maggioranza di tutti i parlamentari si sono espressi a favore del riarmo. Quindi oggi manifestare per questa Europa significa manifestare per questo piano di riarmo e questo è il tema".
Nel Pd si cerca intanto una mediazione. La delegazione al Parlamento europeo sta lavorando per arrivare compatta al voto sulla risoluzione sulla difesa e il riarmo a Strasburgo. Dopo gli incontri della giornata, la squadra dem si riunisce di nuovo per fare il punto. "Stiamo lavorando per arrivare a un consenso più ampio possibile: questa volta non è come con la risoluzione sull'Ucraina, per cui c'era un disaccordo con la posizione del gruppo S&D. I socialisti hanno accettato i nostri emendamenti", dice una fonte europarlamentare.
Ma le divisioni ci sono. "Io penso che l'Europa debba aumentare la sua sicurezza. E il modo per farlo è aprire il cantiere per la difesa comune europea. Non ci siamo mai riusciti. Contro il nazionalismo serve il federalismo. E va detto con chiarezza: il semplice aumento della spesa militare per 27 eserciti nazionali non ci rende più sicuri", dice Nicola Zingaretti, capodelegazione dem, nel suo intervento in plenaria.
Meno sfumata la posizione di Pina Picierno, pesantemente attaccata dal propagandista russo Vladimir Soloviev e che incassa invece la solidarietà di maggioranza e opposizione (e una telefonata da parte della segretaria Schlein). La vicepresidente del Parlamento europeo prima accusa Conte: "E' molto facile tentare di lucrare un po' di consenso elettorale dicendo che l'Europa si vuole riarmarsi". Quindi si augura che il lavoro di mediazione, "che è stato di lavoro sui testi, di presentazione degli emendamenti, poi si traduca in una presa d'atto" del piano, mentre "mi dispiacerebbe se a prevalere fosse invece un atteggiamento diverso, di bocciatura totale".
iSul fronte del centrodestra, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, seppure su posizioni opposte rispetto al "Rearm Eu" (Forza Italia è a favore come tutto il Ppe e il gruppo dei Conservatori di cui fa parte Fratelli d'Italia), sembrano trovare una convergenza sulla proposta di Giorgetti, che Tajani definisce "di buon senso. Investire il risparmio privato, investire e coinvolgere i privati in una politica che serva a garantire la nostra sicurezza, e che deve poi portarci ad un sistema di difesa Europea, è una cosa saggia e intelligente".
Non si fa attendere il commento di Salvini: "Bene Giancarlo Giorgetti", perché "investire in sistemi di protezione e sicurezza a livello nazionale è assolutamente utile, senza togliere fondi a sanità, scuola e famiglie, ed è fondamentale che l'Europa sia promotrice di pace, accompagnando le iniziative e le proposte di Trump, Zelensky e Putin". Insiste sul nome del Piano, invece, Fratelli d'Italia che presenta al Parlamento europeo un emendamento per modificare il titolo dall'attuale "ReArm Europe" a "Defend Europe".