Netanyahu: "Colpiremo i nostri nemici e pagheranno un prezzo". Gli attacchi aerei dell'esercito di Israele hanno provocato almeno quattro forti esplosioni a Gaza
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Pioggia di razzi su Israele. L'attacco partito dal sud del Libano è considerato il più grave dal conflitto israelo-libanese del 2006. Dei 34 missili lanciati - ha spiegato l'esercito - 25 sono stati intercettati dai sistemi antimissile, sei hanno passato le difese provocando danni materiali e due feriti. "Colpiremo i nostri nemici e pagheranno un prezzo per ogni loro azione", ha detto il premier Benjamin Netanyahu durante la riunione del Gabinetto di sicurezza. E non è tardata la reazione dell'esercito israeliano, che ha colpito quattro siti appartenenti ad Hamas. Gli attacchi aerei hanno provocato almeno quattro forti esplosioni a Gaza.
L'esercito israeliano ha comunicato di aver colpito un paio di tunnel e due siti di produzione di armi. In seguito all'attacco, le sirene antiaeree sono state attivate nel sud di Israele, segnalando un nuovo lancio di razzi dalla Striscia di Gaza.
"I nostri nemici non devono sbagliarsi, il dibattito interno in Israele non ci impedirà di agire contro di loro. Siamo tutti uniti", ha sottolineato Netanyahu, spiegando come Israele non abbia "alcuna intenzione di cambiare lo status quo sul Monte del tempio" (la Spianata delle Moschee, ndr). Il premier ha poi fatto un appello a "calmare gli animi" anche se Israele "agirà con determinazione contro gli estremisti che praticano la violenza".
La pioggia di razzi dal Libano su Israele rischia d'infiammare il Medio Oriente. Secondo fonti militari dello Stato ebraico, a essere responsabili del lancio dei 34 missili dal Paese dei Cedri verso la Galilea occidentale sarebbero fazioni palestinesi presenti in Libano. In precedenza, altri sette razzi (nessuno dei quali ha raggiunto il territorio israeliano) sarebbero stati tirati da Hamas e Jihad islamica direttamente dalla Striscia di Gaza, in apertura della giornata in cui si festeggia la Pasqua ebraica.
La cornice di riferimento di questa recrudescenza della tensione è la situazione sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, dove negli ultimi giorni si sono verificati scontri violenti tra le polizie israeliana e palestinese.
A dare il senso della preoccupazione è stato il comandante in capo dell'Unifil, generale Aroldo Lazaro: "La situazione è estremamente seria", ha avvertito, invitando alla "calma e a evitare l'escalation". Dopo l'attacco missilistico, i militari italiani del contingente Unifil sono entrati al riparo nei bunker delle proprie basi.
Ovvio che al centro della discussione ci sia il Libano, dal cui territorio è partito l'attacco, ma alcuni analisti hanno fatto notare come l'ampiezza dell'azione sarebbe stata difficilmente realizzabile senza l'assenso di Hezbollah. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, si trova in visita proprio a Beirut da Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah, alleato dell'Iran.
Il lancio dei razzi dalla Striscia di Gaza ha fatto seguito ai nuovi incidenti sulla Spianata delle Moschee. I palestinesi hanno addossato la responsabilità alla polizia israeliana entrata nella moschea con granate assordanti e sparando proiettili di gomma. La polizia ha replicato denunciando che dozzine di giovani hanno portato pietre e petardi nella moschea, cercando di barricarsi all'interno.
Gli Usa hanno sostenuto il diritto di Israele di difendersi "da ogni aggressione" mentre l'Onu, condannando il lancio di razzi, ha chiesto "moderazione" a tutte le parti. La partita in corso a Sud e a Nord ha tuttavia rinsaldato l'unità di Israele: Yair Lapid e Benny Gantz, avversari di Netanyahu sulla riforma della giustizia, hanno detto che "quando si tratta della sicurezza, in Israele non c'è distinzione fra governo e opposizione".
"Il Libano è uno snodo fondamentale per la stabilità regionale e dell'intero Mediterraneo. In queste ore difficili è necessario ancora maggiore impegno per la pace e la sicurezza regionale affinché la situazione non degeneri". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha incontrato a Beirut il primo ministro Najib Mikati.
E proprio il premier Mikati, condannando il lancio di una trentina di razzi su Israele dal sud del Paese, ha dichiarato che "il Libano rifiuta qualsiasi escalation dal suo territorio". In una dichiarazione, Mikati, che guida il Paese de facto in assenza di un capo di Stato, ha aggiunto che "il Libano rifiuta l'uso del suo territorio per operazioni che destabilizzano la situazione".