Fotogallery - Praga, spari all'università: morti e feriti
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Kozak è inoltre sospettato di aver ucciso un uomo e sua figlia di due mesi una settimana prima della sparatoria, il 15 dicembre, in una foresta non lontana da Praga
David Kozak, il killer che ha aperto il fuoco nel corridoio dell'Università Carlo IV di Praga, si è sparato utilizzando il suo fucile appena la polizia l'ha avvicinato. Lo riferiscono gli agenti precisando che, dopo la strage, il 24enne ha ferito anche tre persone per strada. Kozak è inoltre sospettato di aver ucciso un uomo e sua figlia di due mesi una settimana prima della sparatoria, il 15 dicembre, in una foresta non lontana da Praga. È stata la madre dell'attentatore a informare la polizia che il figlio "stava andando all'Università per suicidarsi".
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Secondo il capo della polizia Martin Vondrasek, l'uomo avrebbe ucciso anche suo padre nella sua città di Hostoun, a ovest di Praga. Le autorità hanno inoltre segnalato che Kozak potrebbe aver assassinato anche un uomo e la sua bambina nella foresta di Klanovicky, una settimana prima della strage nell'Università.
Dopo essere stata informata dalla madre di David Kozak, la polizia ha avviato un'operazione di ricerca e ha sgomberato l'edificio universitario. Poi però tutto è degenerato. Il 24enne ha infatti attaccato non la Facoltà di Lettere ma un altro edificio, anch'esso appartenente alla stessa Facoltà, in piazza Jan Palach. Il killer si era preparato a lungo portando nell'edificio una quantità enorme di armi e munizioni. Tutte le armi erano registrate a suo nome e la polizia non aveva alcuna traccia di lui che potesse metterla in guardia sulle sue intenzioni. Si trattava di armi corte e lunghe, cioè pistole e fucili, tra cui un fucile a pompa e un silenziatore.
Dalle indagini è emerso che il 24enne ceco aveva una ordigno artigianale nella sua casa a Hostoun, nei pressi di Kladno a 30 chilometri da Praga. Si tratta di un ordigno composto "da bombole, munizioni, materiale pirotecnico e sostanze chimiche", ha riferito una forte vicina agli investigatori. "La cantina sembrava un bunker. La bottiglia era grande, aveva diversi cavi collegati a essa, che conducevano ad altre apparecchiature. A mio parere, conteneva un sistema che avrebbe causato l'esplosione".
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Sempre secondo la polizia, Kozak avrebbe dovuto partecipare a una lezione in un edificio universitario separato in via Celetna, a pochi minuti a piedi dalla Facoltà di Arte, appena fuori dalla Piazza della Città Vecchia di Praga. Gli agenti erano andati a cercarlo prima della sparatoria.