Le giovani vincitrici, Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar, adesso si battono per i diritti delle vittime di violenza e abusi sessuali
Il premio Sakharov, assegnato dal Parlamento europeo a chi si distingue nella difesa dei diritti umani, è stato conferito a due attiviste yazide, Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar, rese chiave sessuali dall'Isis nel 2014. La scelta, dal forte valore simbolico, è stata così commentata dal presidente dell'Assemblea dei popoli Ue, Martin Schulz: "Rappresentano un incoraggiamento contro la paura".
Le ragazze, provenienti da Kocho, uno dei villaggi iracheni distrutti dalle truppe del Califfato, erano state fatte prigioniere assieme ad altre 5mila giovani yazide, costrette a vessazioni e violenze sessuali. Dopo alcuni mesi di prigionia, erano però riuscite a scappare, portando la loro esperienza a difesa delle tante che si trovano ancora nella loro precedente condizione.
Le due vincitrici si sono imposte su altri due finalisti: il giornalista turco Çan Dundar, ora in esilio in Germania, e il leader del movimento dei tartari di Crimea, Mustafa Dzemilev, attuale membro del Parlamentare ucraino.