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Oltre un milione di persone, provenienti da diversi Paesi, si è riversato nel centro della capitale spagnola per lanciare un messaggio chiaro: "Nessuno ha voglia di tornare a nascondersi"
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L'edizione 2023 del Pride invade le strade di Madrid. Oltre un milione di persone, provenienti da diversi Paesi, si è riversato nel centro della capitale spagnola per lanciare un messaggio chiaro: nessun passo indietro, nessuno ha voglia di tornare a nascondersi. "Per i nostri diritti, per le nostre vite, per l'orgoglio", recita lo slogan dello striscione che ha aperto il Gay Pride di quest'anno, caratterizzato da una forte e compatta mobilitazione della comunità Lgbti+, in vista del voto del 23 luglio.
In Spagna mancano tre settimane alle elezioni e il tema della tutela dei diritti a favore della comunità Lgbti+ è al centro di uno scontro fortissimo tra i partiti. E la sfilata, trasmessa integralmente in diretta dalla televisione pubblica, ha assunto immediatamente il carattere di una manifestazione politica, apertamente contraria all'eventuale ingresso di Vox al governo. Presenti lungo la parata tanti esponenti del governo, dal ministro per l'uguaglianza Irene Montero a tanti esponenti del Psoe, insieme alla vicepresidente del governo Yolanda Diaz, leader di Sumar. Presente anche una piccola delegazione del Pp. "Siamo qui - spiega un dirigente - per assicurare che nessuno intende in futuro cancellare i diritti già acquisiti". Immediata la replica di Diaz: "L'unico contribuito del Pp a questo Pride è aver aperto agli ultras di Vox le sue amministrazioni locali".
Tutti coloro che sono scesi in piazza temono, come ha sintetizzato l'ex premier socialista José Luis Zapataro, che un governo delle destre "tra venti giorni possa far fare alla Spagna, sul fronte dei diritti civili, un passo indietro di venti anni". E i primi segnali confermano sembrano confermare queste preoccupazioni: in diversi Comuni, passati in mano a giunte guidate da Vox, sono state ammainate, tra le proteste, alcune bandiere arcobaleno, simboli della comunità Lgbti+. E lo stesso leader del partito di ultradestra, Santiago Abascal, conferma la sua netta distanza da questa piazza: "Gli omosessuali che votano per Vox, si sentono rappresentati dalla bandiera spagnola, non da quella di una lobby".