L'Organizzazione delle lavoratrici notturne (OTN) ha redatto un documento per sollecitare il governo a tutelare la loro salute
Prostituta © lapresse
In tempo di Coronavirus le prostitute boliviane temono per la loro salute. Ecco perché a La Paz, l'Organizzazione delle lavoratrici notturne (OTN) ha elaborato un manuale di sicurezza di trenta pagine, che prevede alcune misure precauzionali per prevenire la trasmissione del virus e la diffusione del contagio.
Le nuove precauzioni - Il sindacato chiede anche di consentire la dotazione di nuove attrezzature, tra cui disinfettante a base di candeggina, guanti e impermeabili trasparenti. Il manuale sconsiglia lo scambio di baci e incoraggia il governo boliviano ad allentare le restrizioni per non sottrarre alla categoria potenziali clienti e la possibilità di esercitare la professione. In Bolivia la prostituzione è legale e la gestione di alcuni bordelli è affidata a cooperative, è reato il suo sfruttamento.
La denuncia della portavoce - Lily Cortes, rappresentante del sindacato delle prostitute boliviane, ha riferito che già da marzo alcune donne sarebbero state costrette a lavorare in strada se non avessero avuto la possibilità di lavorare nei bordelli e ha aggiunto che le restrizioni messe in atto per contrastare la diffusione dei contagi e il rigido coprifuoco notturno impediscono il loro più abituale lavoro serale.
Il bilancio - Con 48.187 casi confermati di Coronavirus e 1.807 decessi, la Bolivia è uno dei Paesi con il minor numero di test effettuati. Secondo gli esperti il numero degli infetti potrebbe essere molto più elevato di quanto riportato dalle statistiche.
La posizione dell'OMS - L'Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla base degli ultimi studi effettuati, ha ribadito il Coronavirus non è sessualmente trasmissibile.