l'inchiesta prosegue

Qatargate, media: Kaili confessa, Panzeri accusa Tarabella

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo ha ammesso di aver incaricato il padre di nascondere le mazzette di denaro

20 Dic 2022 - 15:39

Nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate, Eva Kaili, in carcere dal 9 dicembre, ha ammesso davanti agli inquirenti di aver incaricato il padre di nascondere le mazzette di denaro. L'ex vicepresidente del Parlamento europeo ha inoltre confessato di essere a conoscenza dell'attività portata avanti dal compagno Francesco Giorgi con l'ex eurodeputato Antonio Panzeri, entrambi in carcere. Lo scrive il quotidiano belga Le Soir in base a documenti visionati insieme a Knack e La Repubblica. Una versione che però è stata smentita dall'avvocato di Kaili secondo il quale i soldi trovati appartenevano a PanzeriSecondo i media Panzeri avrebbe riconosciuto in parte il suo coinvolgimento, puntando poi il dito sull'ex collega socialista Marc Tarabella come beneficiario dei "regali" del Qatar.

Inchiesta Qatar, i fatti e i protagonisti

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© Withub
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Secondo la ricostruzione del quotidiano francofono, il giorno del blitz che ha portato agli arresti, Kaili sarebbe entrata nel panico quando la polizia ha fermato il compagno Francesco Giorgi, che aveva appena lasciato il loro appartamento in rue Wiertz, a poca distanza dal Parlamento europeo.

Oltre ad avvertire il padre, fermato poco dopo al Sofitel, un hotel di alta fascia nel cuore del quartiere europeo, mentre tentava di darsi alla fuga con una valigia piena di contanti, l'ex vicepresidente del Pe ha tentato anche di mettersi in contatto con Panzeri e altri due eurodeputati citati nell'inchiesta, dei quali non viene tuttavia indicato il nome. La flagranza di reato - in casa di Kaili e Giorgi sono state trovate altre banconote - e l'aver provato a inquinare le prove hanno quindi convinto la giustizia belga ad arrestarla.

Detenuta nel carcere di Haren, nella periferia nord-orientale di Bruxelles, la politica ellenica comparirà giovedì 22 dicembre davanti alla camera di consiglio, che dovrà decidere se prolungare la sua detenzione o rilasciarla con o senza condizioni

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