"ERO CONVINTA CHE NON CE L'AVREI FATTA"

Il racconto dell'italiana accoltellata dall'ex a Oslo: "Sorrideva mentre mi colpiva"

Martina Voce, sopravvissuta a 30 coltellate sferrate dal suo ex fidanzato, ripercorre l'orrore di quegli attimi: "Mi ha attaccato alle spalle, ho cercato di scappare ma mi ha colpito di nuovo"

02 Gen 2025 - 14:12

"Faccio ancora gli incubi su quella mattina". Martina Voce, la 21enne italiana sopravvissuta a 30 coltellate sferrate il 22 dicembre dal suo ex fidanzato a Oslo, racconta i terribili attimi in cui ha pensato di morire. "Ero fuori dal negozio per buttare via delle cose e me lo sono visto davanti - dice a Repubblica -. Mi ha chiesto se avevo ancora un ragazzo. Gli ho risposto di farsi i fatti suoi e che se voleva comprare qualcosa poteva anche entrare, altrimenti doveva andarsene".

"Era muto, ma con il sorriso stampato in faccia"

 In pochi secondi la situazione degenera. "Mi sono girata e sono entrata - continua la ragazza -. All'altezza delle casse mi ha tirato una coltellata da dietro. Ho camminato ancora e mi ha colpito di nuovo, con un grosso coltello da militare. Una signora ha assistito alla scena e ha iniziato a urlare". A quel punto si è girata: "E lui ha iniziato ad attaccarmi frontalmente. Ho cercato di scappare e mi ha colpito di nuovo da dietro. Alla schiena e sulla nuca. Era muto. Ma con il sorriso stampato in faccia".

"Ero convinta che non ce l'avrei fatta"

 "Sono caduta nel mio sangue. Per fortuna è arrivato il mio ragazzo che me lo ha tolto di dosso - prosegue il racconto -. Ho provato ad allontanarmi strisciando, quello però si è divincolato ed tornato verso di me. Da sdraiata l'ho tenuto a distanza usando le gambe, mentre provava ancora a colpirmi. Lo hanno fermato accoltellandolo. I paramedici sono arrivati un minuto dopo. Mentre mi portavano via ero convinta che non ce l'avrei fatta".

"E' stato un codardo. Ha iniziato a colpirmi da dietro"

 L'ex fidanzato "mi messaggiava, aveva fatto anche un account falso - aggiunge Martina Voce -. E una decina di giorni prima di aggredirmi mi aveva invitato a vedere un gatto che aveva adottato. Dopo l'arresto la polizia mi ha detto che in casa del gatto non c'era traccia. Forse era una scusa, una trappola. Lì sarebbe riuscito a uccidermi". Sulla fine della sua relazione, la giovane spiega: "Non lo amavo più, ma avevamo chiuso in modo tranquillo. E' stato un codardo. Ha iniziato a colpirmi da dietro, non ha avuto il coraggio di guardarmi negli occhi e ammazzarmi".

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