"VALUTEREMO EVENTUALE RICHIESTA"

Raid in Libia, Pinotti: pronti a offrire basi militari e spazi aerei

"Siamo determinati a combattere lo Stato islamico sostenendo i governi locali nella lotta al terrorismo. Fondamentale per garantire la sicurezza anche all'Occidente". La Camera dà il via libera

03 Ago 2016 - 21:34

"Il governo è pronto a valutare positivamente un'eventuale richiesta di uso delle basi e dello spazio aereo se fosse funzionale a una più rapida e efficace conclusione dell'operazione in corso". Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, parlando dei raid americani in Libia contro lo Stato islamico. L'operazione Usa, ha aggiunto, "non ha finora interessato l'Italia né logisticamente, né per il sorvolo del territorio nazionale".

"Lottare per la sicurezza" - "Il governo ritiene che il successo della lotta per l'eliminazione delle centrali terroristiche in Libia sia di fondamentale importanza per la sicurezza non solo di quel Paese ma anche dell'Europa e dell'Italia", ha spiegato la Pinotti rispondendo al question time alla Camera dei Deputati. "L'Italia è convintamente parte della lotta anti-Isis e con altrettanta determinazione sostiene come fondamentale il coinvolgimento diretto e attivo delle popolazioni e dei governi locali nella lotta al terrorismo cui dare, su specifica richiesta, il necessario supporto".

Secondo il ministro "tale richiesta di supporto emerge chiaramente dalle parole del presidente Serraj" e "per tali ragioni il governo mantiene aperta una linea di dialogo diretta e assidua sia con la controparte libica e sia con gli alleati americani per verificare lo sviluppo delle operazioni e l'eventuale esigenza di supporto indiretto".

"Richiesta di aiuto da Tripoli" - La Pinotti ritiene che l'operazione Usa si sviluppi "in piena coerenza con la risoluzione delle Nazioni Unite numero 2259 del 2015 e in esito a una specifica richiesta di supporto formulata dal legittimo governo libico per il contrasto all'Isis nell'area di Sirte".

Lì, ha ricordato, le forze libiche che hanno riconosciuto il governo del primo ministro Serraj stanno combattendo una "dura battaglia" per contrastare l'Isis, tra "grandi difficoltà e a caro prezzo" per i militari e la popolazione civile, in particolare per la loro mancanza di "capacità d'individuazione dei bersagli militari e per l'ingaggio di precisione". L'azione militare americana, ha poi concluso, non prevede l'utilizzo di forze a terra.

M5s insorge: "Una follia concedere le basi" - "Non dobbiamo farci percepire come nemici in Libia, perciò sarebbe un errore enorme concedere le basi per i bombardamenti". Lo ha detto Alessandro Di Battista (M5s), intervenendo in Aula alla Camera. I bombardamenti sono "una follia", ha affermato, perché rischiano di "ricompattare le fazioni libiche contro il nemico occidentale". Il deputato M5s Manlio Di Stefano ha chiesto al governo di "escludere ogni azione militare. E collaborare con i Paesi che il terrorismo lo hanno già sconfitto come la Russia e i Paesi del Nord Africa".

Sì della Camera a mozione maggioranza - La Camera in serata ha dato il via libera, con 225 sì e 82 no, alla mozione di maggioranza sulla politica estera a prima firma del capogruppo Pd Ettore Rosato. Il testo impegna il governo "a continuare a sostenere quanto il governo di accordo nazionale farà per contrastare Daesh, nel solco di quanto previsto dalla risoluzione 2259" dell'Onu. Sono state bocciate le mozioni di opposizione (di M5s, Si, Fi, Fdi, Lega, CoR). Ma sono state approvate, con il parere favorevole del governo, singole parti delle mozioni di opposizione. Nel testo presentato dal M5s, sono state approvate le parti che chiedono più coordinamento dell'intelligence Ue, anche in collaborazione con Russia e Nord Africa, e un rafforzamento delle frontiere esterne dell'Ue, senza limitare la libertà di movimento.

Sulla Libia, è passata la parte della mozione M5s che impegna il governo ad agire in sede Onu per libere elezioni nel Paese "in un arco di tempo determinato" e "a supportare, come referenti per la ricostruzione del Paese e per la gestione dei flussi migratori, le attuali amministrazioni locali libiche".

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