LA RAPPRESAGLIA AMERICANA

Raid degli Stati Uniti su Iraq e Siria: 85 obiettivi colpiti, usati i super bombardieri B-1b | Biden: "Non abbiamo concluso"

La risposta all'attacco delle milizie iraniane sulla base in Giordania è arrivata proprio nel giorno del rientro in patria delle vittime americane. Sganciate almeno 125 bombe. Il Pentagono: "Obiettivi mirati per limitare perdite civili"

03 Feb 2024 - 06:56
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Gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi mirati in Siria e Iraq per colpire le milizie alleate dell'Iran. E' arrivata la rappresaglia promessa dal presidente Joe Biden dopo l'uccisione di tre militari statunitensi al confine tra Giordania e Siria. Sono stati 85 gli obiettivi dei raid e in totale sono state sganciate 125 bombe ad alto potenziale. Un primo bilancio dalla Siria parla di 18 miliziani filo-iraniani rimasti uccisi. La Casa Bianca ha fatto comunque sapere che "non vuole la guerra con l'Iran" e che non attaccherà Teheran. Nei raid sono stati utilizzati anche i super bombardieri B-1b che sono partiti dagli Usa (qui la scheda sul letale aereo supersonico).

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Colpiti 85 obiettivi iraniani in Iraq e Siria

 Gli Stati Uniti hanno confermato gli attacchi avvenuti nella notte tra il 2 e il 3 febbraio. "Le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) - si legge nel comunicato ufficiale - hanno condotto attacchi aerei in Iraq e Siria contro la Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (IRGC) e gruppi di milizie affiliati. Le forze militari statunitensi hanno colpito più di 85 obiettivi, con numerosi velivoli tra cui bombardieri a lungo raggio volati dagli Stati Uniti. Gli attacchi aerei impiegarono più di 125 munizioni di precisione. Le strutture colpite includevano operazioni di comando e controllo, centri, centri di intelligence, razzi e missili e depositi di veicoli aerei senza pilota e strutture logistiche e della catena di approvvigionamento di munizioni dei gruppi di milizie e dei loro sponsor dell'IRGC che hanno facilitato gli attacchi contro le forze statunitensi e della coalizione".

Biden: "Oggi sono rientrate le salme dei nostri soldati e abbiamo attaccato"

 Il presidente Joe Biden al termine dei raid ha fatto una dichiarazione. "Domenica scorsa, tre soldati americani sono stati uccisi in Giordania da un drone lanciato da gruppi militanti sostenuti dal Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche iraniane (IRGC)", ha detto Biden. "Oggi ho assistito al dignitoso ritorno di questi coraggiosi americani alla base aeronautica di Dover e ho parlato con ciascuna delle loro famiglie". "Questo pomeriggio, su mia richiesta, le forze militari statunitensi hanno colpito obiettivi presso strutture in Iraq e Siria che l'IRGC e le milizie affiliate utilizzano per attaccare le forze statunitensi", ha detto Biden.

Biden: "La nostra reazione non è conclusa"

 Biden ha affermato che, sebbene gli Stati Uniti non "cerchino il conflitto" in Medio Oriente, risponderanno se viene toccato "un americano". "La nostra risposta è iniziata oggi. Continuerà nei tempi e nei luoghi di nostra scelta", ha affermato. "Gli Stati Uniti non cercano il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo", ha detto Biden. "Ma tutti coloro che potrebbero cercare di farci del male sappiano questo: se fai del male a un americano, risponderemo".

Fotogallery - Biden accoglie il ritorno in patria dei soldati uccisi

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Obiettivi selezionati per limitare perdite civili

 Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che gli attacchi aerei contro la Siria sono stati "selezionati attentamente" per evitare vittime civili. "Gli obiettivi sono stati selezionati attentamente per evitare vittime civili e sulla base di prove chiare e inconfutabili", ha detto Kirby ai giornalisti venerdì sera. "Erano collegati ad attacchi contro il personale americano nella regione". Kirby ha affermato che tutti gli aerei statunitensi sono rientrati e ha confermato che la risposta americana alla provocazione iraniana non è conclusa.

La Casa Bianca ha sottolineato che gli Stati Uniti "non stanno cercando una guerra con l'Iran", affermando che gli attacchi di ritorsione effettuati in Siria e Iraq sono stati progettati per "allentare" le tensioni e "porre fine" agli attacchi contro gli Stati Uniti. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha detto che gli attacchi avevano lo scopo di "inviare un segnale" a coloro che "cercano di arrecare danno agli americani". "Non cerchiamo un conflitto con l'Iran", ha detto Kirby. "Questi obiettivi sono stati scelti per degradare e distruggere le capacità dell'IRGC e dei gruppi che sponsorizzano e sostengono". Kirby ha detto che "l'obiettivo" degli attacchi era "far cessare questi attacchi" contro i membri del servizio statunitense nella regione.

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