Sindaco della cittadina belga vs Unesco

Belgio, dopo le accuse di antisemitismo sui carri allegorici l'Unesco toglie al Carnevale di Aalst il titolo di Patrimonio dell'umanità

Dopo le critiche mosse dalle Nazioni Unite, il sindaco della cittadina belga ha annunciato di rinunciare al titolo. Richiesta subito accordata, "ma rimarremo la capitale della beffa e della satira", ha assicurato

14 Dic 2019 - 09:54
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Non è più Patrimonio dell'umanità il Carnevale di Aalst, in Belgio. I tre giorni di festa in strada con sfilate di carri allegorici sono stati rimossi dall'Unesco dalla lista, dopo le tensioni tra l'agenzia dell'Onu e il sindaco della cittadina, Christoph D’Haese. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, infatti, aveva mosso critiche sulla presenza di note di razzismo e antisemitismo durante la manifestazione, in particolare sugli stessi carri dove il potere e il capitalismo vengono messi alla gogna con caricature di ebrei con topi e denaro. "Non siamo né antisemiti né razzisti, - è la difesa del primo cittadino, - Aalst resterà sempre la capitale della beffa e della satira".

La motivazione - Il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'umanità ha giustificato con "il ripetersi di rappresentazioni razziste e antisemite" nel Carnevale di Aalst alla base della sua decisione di togliere all'evento il titolo di Patrimonio Unesco dell'umanità, biglietto da visita per attirare i turisti.

Il carnevale cittadino era stato portato sul banco degli imputati alla fine dell'ultima edizione dal Simon Wiesenthal Center (Swc) e da altre organizzazioni come Avvocati britannici per Israele (Uklfi). “Lo status dell'Unesco - era sottolineato nella denuncia - ha portato migliaia di turisti". 

"La rimozione dalla lista Unesco non è una garanzia per un carnevale senza odio", ha dichiarato Shimon Samuels, direttore delle relazioni internazionali. all'Swc. "Monitoreremo e, se necessario, adotteremo altre misure per informare i nostri soci in tutto il mondo e altri amici sui pericoli della partecipazione alla manifestazione ".

La difesa passa poi all'attacco - Sarà "inevitabile" che gli ebrei vengano derisi di nuovo nell'edizione 2020, afferma il sindaco D’Haese. Che precisa: “Non siamo né antisemiti né razzisti. Tutti coloro che lo sostengono agiscono in malafede".

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