La regina consorte, a riposo da una settimana per essere risultata positiva al test Covid, ha deciso d'indossare il copricapo della Regina Maria per motivi di efficienza
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All'incoronazione di re Carlo III, la regina consorte Camilla indosserà una corona riciclata. Buckingham Palace ha annunciato che si tratterà di una versione modificata della corona della regina Mary, consorte di re Giorgio V. La scelta dunque non è ricaduta né su un copricapo nuovo, né sulla corona della celebre Queen Mother (impreziosita da uno dei diamanti più grandi al mondo ma conteso con l'India).
La corona, commissionata dalla stessa regina Mary, è stata realizzata da Garrard per l'incoronazione del 1911 del bisnonno dell'attuale monarca. Il regale gioiello verrà dunque modificato per la cerimonia di maggio e a tal fine è già stato rimosso dall'esposizione della Torre di Londra.
Camilla, che questa settimana ha cancellato i suoi impegni dopo essere risultata positiva al test Covid, ha deciso d'indossare la corona della Regina Maria per motivi di sostenibilità ed efficienza.
Sulla corona saranno incastonati i diamanti Cullinan III, IV e V, parte della collezione di gioielli personali della defunta regina Elisabetta II e spesso da lei indossati come spille. Si tratta di un chiaro segno di devozione nei confronti della monarca scomparsa. Oltre ai diamanti, saranno rimossi quattro degli otto archi staccabili della corona, dando al copricapo una silhouette diversa da quella indossata dalla Regina Maria durante l'incoronazione di più di un secolo fa.
Non verrà invece usato il celebre Koh-i-Noor: uno dei diamanti più grandi al mondo coi suoi 105 carati, incastonato nella corona sfoggiata nel 1937 all'atto dall'incoronazione di Giorgio VI, padre di Elisabetta II, dalla popolare Queen Mother sua moglie, ma oggetto in questi ultimi anni di una spinosa controversia politica e legale con l'India. La gemma, che venne trovata nel XIV secolo proprio in India e venne trasferito in Gran Bretagna nell'Ottocento a mo' di "regalo" alla regina Vittoria, viene oggi considerato alla stregua di "un furto coloniale" e di un ricordo "doloroso" dell'epoca dell'Impero.