Serracchiani: "Ognuno per sé è la sconfitta di tutti". Lega: "Lezione di democrazia". Casini: "Chi semina vento, raccoglie tempesta".
"Bello ricevere qui a Lampedusa i risultati del mancato quorum in Ungheria". Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, commenta l'esito del referendum sulle quote dei migranti voluto da Budapest e di fatto fallito per il mancato raggiungimento del quorum. "Mi auguro faccia riflettere in molti: chi semina vento, raccoglie tempesta", dice invece Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato.
Sono trasversali le reazioni al voto. "In Ungheria il quorum non c'è, ma per l'Europa il problema rimane. Ognuno per sé è la formula della sconfitta di tutti. Inaccettabile", scrive il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani. "Buone notizie dall'Ungheria - aggiunge Alessandra Moretti (Pd) -. Il buon senso ha prevalso sulla xenofobia".
Lega: "Grande prova di democrazia all'Ue" - "Anche se il referendum non ha raggiunto il quorum, è stata comunque una grande prova di democrazia ed una lezione per chi, come l'Italia per esempio, si è riempita di 200mila immigrati senza mai chiedere ai cittadini cosa ne pensassero a riguardo". Così il deputato della Lega Nord, Paolo Grimoldi, che attacca l'esecutivo: "A decidere di aprire le porte a questa invasione è stato un governo, il governo Renzi, non eletto dai cittadini, con un premier che non si è mai candidato alle elezioni e non ha mai sottoposto alcun suo programma al giudizio degli elettori".
M5s: "Referendum insensato, serve chiarezza" - "Piuttosto che formulare il quesito del referendum in quel modo, non si poteva fare un po' di sana informazione e lasciare i cittadini liberi di esprimersi consapevolmente?". Se lo chiede l'eurodeputata del M5s Laura Ferrara. I cittadini devono avere il "diritto ad essere informati correttamente, onde evitare che vengano strumentalizzati per fini politici". Perché allora, incalza la portavoce europea, "lasciare intendere con quel quesito che l'Ue voglia imporre delle decisioni senza che gli Stati membri possano pronunciarsi? Perché - conclude - non si comincia a spiegare che l'Ue non è un'entità astratta ma che sono 28 Stati membri che decidono?".
Schulz: "Quello di Orban è un gioco pericoloso" - Dura la reazione del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che aveva già definito "un gioco pericoloso" quello di Orban di indire il referendum. Il presidente dell'Europarlamento non ha escluso il taglio dei fondi europei ai paesi non-solidali nella crisi dei profughi: "Se alcuni paesi beneficiari che pensano di aver diritto alla solidarietà poi dovessero non essere solidali essi stessi, ciò sarà sicuramente oggetto di discussione nella verifica della pianificazione finanziaria dell'Ue", ha detto.