Il direttore del dipartimento di Medicina legale de Il Cairo avrebbe detto agli inquirenti: "Chi lo ha ucciso voleva ottenere informazioni"
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Giulio Regeni è stato interrogato per sette giorni prima di essere ucciso. Lo dimostrano le ferite ritrovate sul suo corpo: le torture sarebbero avvenute ad intervalli di 10-14 ore. "Questo significa che chiunque sia accusato di averlo ucciso, lo stava interrogando per ottenere informazioni". Lo riferiscono due fonti della procura egiziana che a loro volta riportano la testimonianza di colui che ha eseguito l'autopsia. Ma il governo egiziano smentisce.
La smentita - Il ministero della Giustizia egiziano ha definito "destituite di qualsiasi fondamento" le informazioni attribuite al capo del Dipartimento di medicina legale egiziano, Hisham Abdel Hamid.
"Hamid non è stato convocato dalla Procura - ha dichiarato ai giornalisti Shaaban El Shami, assistente del ministro, minacciando querele -. Questa notizia pubblicata dai media che citano la deposizione di Abdel Hamid davanti alla Procura è menzognera". El Shami ha chiesto ai media di fare attenzione nel pubblicare "notizie che provengono da fonti che vogliono deformare la realtà per scopi politici e che non hanno nulla a che fare con la verità".
Sul banco degli accusati, comunque sia, restano i servizi di sicurezza egiziani. Secondo le associazioni dei diritti umani, infatti, le tecniche usate - come le bruciature di sigarette - ad intervalli di diversi giorni, rappresentano proprio il loro "marchio di fabbrica".
La conferma di un funzionario - "L'autopsia mostra una serie di ferite inflitte tutte in una volta, poi ci sono altre ferite inflitte successivamente e un'ultima serie di lesioni mostra che lo hanno colpito una terza volta - ha rivelato un altro funzionario -. Le ferite e le fratture si sono verificati in tempi diversi in intervalli durante un periodo di circa cinque-sette giorni".
"A ucciderlo un oggetto appuntito" - Periti forensi e funzionari della procura hanno anche rivelato che il ricercatore friulano è stato ucciso "da un colpo con un oggetto appuntito alla parte posteriore della testa".
Conclusi gli interrogatori - Intanto le indagini proseguono e gli inquirenti egiziani, "insieme ai sette investigatori italiani che si trovano sempre al Cairo, hanno terminato gli interrogatori di 24 testimoni, amici e vicini di casa" di Giulio Regeni: lo ha riferito una "fonte della sicurezza di alto rango" citata dal quotidiano Al-Akhbar, il secondo giornale più venduto in Egitto.
"Forse tradito da Oxford Analytica" - Sempre dal quotidiano filogovernativo emerge l'ipotesi che Regeni sia stato "tradito". "Una fonte della sicurezza di alto rango ha evocato la possibilità che Giulio Regeni sia stato tradito da uno dei responsabili delle sue attività presso il think tank anglo-americano Oxford Analytica. Qualcuno che avrebbe deciso di sbarazzarsi di lui dopo aver profittato delle informazioni fornite dal giovane", scrive Al-Akhbar.