"DICHIARARE IL PAESE COME NON SICURO"

Regeni, lettera dei genitori al Bundestag e ai deputati italiani: "Richiamare ambasciatori dall'Egitto"

Lettera del padre e della madre del ricercatore torturato e ucciso a Il Cairo ai deputati delle Commissioni Esteri della Camera e del Bundestag tedesco

24 Giu 2019 - 20:55
 © ansa

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"Dichiarare l'Egitto Paese non sicuro e richiamare i nostri ambasciatori potrebbe essere un segnale forte di pretesa di rispetto dei diritti umani". Lo scrivono Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, in una lettera ai deputati delle Commissioni Esteri della Camera e del Bundestag tedesco che proprio alla vicenda del giovane ricercatore ucciso a Il Cairo hanno dedicato l'incontro avuto lunedì a Berlino.

Della richiesta è stata data lettura dalla presidente M5s della Commissione Esteri della Camera, Marta Grande, che guida la delegazione parlamentare di Montecitorio che ha incontrato a Berlino l'omologa commissione del Bundestag e martedì sarà raggiunta dal presidente della Camera Roberto Fico.

"Chiediamo una verità processuale, su Giulio violati i diritti umani" - "Siamo - si legge nel testo dei genitori del ricercatore italiano ucciso a Il Cairo - Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, vittima, il 25 gennaio 2016 di sparizione forzata e, nei giorni successivi, di tortura ed uccisione. Nostro figlio si trovava a Il Cairo per svolgere una ricerca di tipo economico-sociale per l'Università di Cambridge. La tragedia di Giulio è ormai conosciuta in tutto il mondo e da tre anni e mezzo lottiamo perché sia fatta chiarezza sulla sua cattura e sulla sua uccisione".

"Chiediamo - sottolineano in particolare Paola e Claudio Regeni - una verità processuale nei confronti di chi ha deciso sul destino della sua (e delle nostre) vite, di chi lo ha torturato, chi ha sviato le indagini, chi ha permesso e permette tutto ciò. Su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani, compreso il diritto di tutti noi ad avere verità. Crediamo che Giulio, sua sorella, i suoi genitori, i suoi amici ed i cittadini debbano potere esercitare il diritto alla verità e ottenere giustizia.

Riteniamo sia molto importante l'evento di Berlino, per mantenere la giusta attenzione su quanto accaduto a Giulio (e quanto continua ad accadere a molti Giulio europei e egiziani) e seguiremo con attenzione i passi successivi e le azioni concrete, intraprese verso l'obiettivo della verità e giustizia".

"Serve un segnale: richiamate i nostri ambasciatori in Egitto" - "Il fatto che l'evento si svolga a Berlino è per noi motivo di commozione: Berlino era una delle città del cuore di Giulio, l'aveva visitata più volte, parlando tedesco, nell'estate del 2011, aveva svolto uno stage in un istituto di ricerca. Ora a Berlino, in Marienburgher Strasse, c'è un murales, a lui tristemente dedicato. Pertanto, tramite il presidente della Camera Roberto Fico che ci ha dimostrato fin dal primo istante concreta e affettuosa vicinanza - si conclude la lettera- vi chiediamo di non lasciarci soli nella nostra pretesa di verità.

Giulio era un cittadino europeo e merita l'impegno di tutte le nostre istituzioni. E questo impegno potrebbe concretizzarsi in azioni urgenti e congiunte: dichiarare l'Egitto Paese non sicuro e richiamare i nostri ambasciatori potrebbe essere un segnale forte di pretesa di rispetto dei diritti umani".

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