Le immagini sono state ricomposte da un software russo. Gli inquirenti controlleranno oltre 10mila frame per cercare di ricostruire gli eventi della notte in cui venne sequestrato il ricercatore italiano
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Potrebbero essere arrivate a una svolta le indagini sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore rapito e ucciso a Il Cairo. Il pm della Procura di Roma, Sergio Colaiocco, è in Egitto per ricevere dalla Procura Generale ciò che è stato recuperato delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza della metropolitana la sera del 25 gennaio 2016, quando Regeni venne sequestrato. Ai pm italiani nuovi verbali e il 5% del video.
L'atto istruttorio è stato annunciato due settime fa: i contatti tra le autorità dei due Paesi sono stati ripresi dopo un silenzio del Cairo durato sei mesi. Come riportato da Repubblica, il materiale che i nostri investigatori si troveranno a breve tra le mani sarà però "complesso" da decifrare. L'obiettivo è quello di cogliere qualche particolare che permetta di dare un volto e un nome agli uomini che la sera del 25 gennaio avvicinarono il ricercatore italiano alla fermata della metropolitana di Dokki per sequestrarlo.
La speranza, però, è legata a un puro calcolo probabilistico. Il materiale recuperato conta infatti circa 10mila "frame", fermi immagine, e centinaia di sequenze video lunghe non più di una decina di secondi. A ricomporre questi frame ci ha pensato un sofisticato software in dotazione alla società russa incaricata dal governo egiziano. I filmati, infatti, erano stati "spacchettati" in singoli byte per ragioni di spazio nella memoria del server della rete metropolitana del Cairo.
Il 3 marzo del 2016, lo stesso server è stato sequestrato insieme alla sua gigantesca memoria di oltre 100 terabyte, ma per due anni è rimasto in un archivio della Procura generale del Cairo. Solo due settimane fa è iniziato il lavoro congiunto di tecnici egiziani, russi, dei Ros dei carabinieri e Sco della polizia.
"Sono stati selezionati nella memoria del server tutti i singoli byte della fascia oraria serale a cavallo della scomparsa di Giulio - spiega una qualificata fonte investigativa -. E quindi ricomposti in immagini grazie al software messo a disposizione dai russi. Ovviamente, sono immagini che nulla dicono sul luogo in cui le telecamere le hanno registrate. E questo è dunque un lavoro che andrà fatto con l'occhio dell'uomo. Dobbiamo essere fortunati a trovare un'immagine di Giulio. E sperare che quell'immagine lo ritragga con chi lo sequestrò".
Sono stati dati ai pm italiani i verbali di nuove audizioni dei nove poliziotti coinvolti nelle indagini e i filmati, pari al 5% del totale, materiale recuperato al termine dell'attività istruttoria congiunta svolta da un team di esperti russi alla presenza di inquirenti sia italiani che egiziani.