Per il tycoon tirolese, indagato in 4 Paesi tra cui l'Italia, l'accusa è di associazione a delinquere: avrebbe falsificato una fattura e tentato di nascondere dei beni
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Il magnate tirolese René Benko, al centro del crac miliardario della sua holding immobiliare Signa, è stato arrestato nella sua villa a Innsbruck su ordine delle autorità austriache: Benko non ha risposto alla polizia giudiziaria. Il 47enne, uno tra i più noti imprenditori austriaci, è indagato in quattro Paesi, fra cui l'Italia: a dicembre la procura generale di Trento aveva chiesto il suo arresto, ma le autorità di Vienna (Benko è cittadino austriaco) avevano rigettato il provvedimento. E' stato a lungo attivo nel settore immobiliare, del commercio al dettaglio e dei media. Accreditato nel 2021 di un patrimonio di oltre 5 miliardi di dollari, è noto per aver fondato il gruppo Signa, principale gruppo immobiliare privato austriaco, con interessi importanti anche in Germania e in Italia.
Benko è stato arrestato su ordine della Procura anti-corruzione (Wksta) di Vienna: diverse le accuse, tra cui associazione a delinquere e il sospetto di aver "deviato" parte della massa fallimentare. L'arresto è stato effettuato dall'unità investigativa speciale "Soko Signa" dopo l'autorizzazione del Tribunale di Vienna. In Austria sono in corso diversi procedimenti con vari filoni contro il 47enne. L'ultimo riguarda il presunto "utilizzo a scopi personali" di oltre un milione di euro di fondi Covid per il suo albergo di lusso Chalet N a Lech am Arlberg. La Wksta sta facendo luce sul ruolo nel mega-crac del suo impero Signa.
In Germania si erano già attivate a primavera le Procure di Berlino e Monaco, tra l'altro per l'insolvenza del famoso e storico centro commerciale KaDeWe. Gli investigatori nel Lichtenstein stanno analizzando la rete di fondazioni del gruppo del tycoon e l'eventuale riciclaggio di denaro.
Finora però solo l'Italia, su iniziativa della Procura di Trento, aveva chiesto il suo arresto per una serie di operazioni immobiliari nel nord Italia. Nonostante i vari guai la scorsa estate Benko, che possiede una villa sul lago di Garda, aveva fatto una gita in barca sul lago, come documenta una foto pubblicata a dicembre dalla Kronenzeitung. Lo scatto mostrava il tycoon al volante del suo potente motoscafo blu. "Doveva essere chiaro a tutte le persone coinvolte che l'imbarcazione non poteva più essere utilizzata una volta aperta la procedura di insolvenza", aveva dichiarato il curatore fallimentare Andreas Grabenweger.
In relazione all'accusa di associazione a delinquere, Benko avrebbe falsificato una fattura e tentato di nascondere i beni. In tal modo avrebbe cercato di "eludere l'accesso delle autorità, dei fiduciari e dei creditori". Secondo gli inquirenti Benko era il "proprietario effettivo" della Fondazione privata Laura, anche se lo aveva nascosto nell'ambito della sua insolvenza personale. Avrebbe quindi occultato dei beni secondo intense indagini condotte negli ultimi mesi dalla Wksta "con intercettazioni telefoniche, analisi di intelligence e dichiarazioni di partner commerciali, dirigenti e dipendenti".
Oltre alle sue attività imprenditoriali Benko, nato a Innsbruck nel 1977, è stato proprietario di partecipazioni in due tra i più importanti quotidiani austriaci, il Kurier e il Krone, nel gruppo di grandi magazzini tedesco Gkk e nel KaDeWe Group, centro commerciale della capitale tedesca sul cui fallimento è appunto sotto indagine a Berlino e Monaco. Il Gruppo Signa ha dichiarato fallimento a novembre 2023 in quello che è stato definito il maggiore crac della storia in Austria: le sole richieste di risarcimento da parte dei creditori per il fallimento del KaDeWe ammontano infatti a 2,4 miliardi di euro.
Dopo aver rassegnato le dimissioni, Benko ha dichiarato a marzo 2024 l'insolvenza personale. Proprio le indagini sul fallimento di Signa hanno portato all'arresto. Secondo la procura anticorruzione di Vienna, Benko avrebbe continuato a gestire impropriamente tutto il patrimonio, anche dopo essersi ufficialmente ritirato dalla gestione del gruppo e delle sue fondazioni. A Benko viene anche contestato di essere il proprietario effettivo della fondazione privata Laura, elemento nascosto dall'imprenditore durante l'indagine in merito all'insolvenza personale dichiarato nell'ambito del crac del gruppo. La Procura contesta inoltre che la fondazione privata, gestita dalla madre di Benko, versasse circa 238mila euro al mese per l'affitto della villa in cui è stato arrestato.
L'operazione è stata effettuata diversi mesi dopo che Benko era stato raggiunto da un mandato di arresto europeo spiccato dalla Procura di Trento, con l'accusa di associazione a delinquere in materia di appalti in Trentino Alto Adige, maxi-inchiesta in cui è coinvolto anche il braccio destro Heinz Peter Hager. Arresto che fu però negato, così come l'estradizione in Italia, dalla magistratura austriaca che, come previsto dalla Costituzione locale, non può estradare un cittadino per reati perseguibili anche in patria. Benko, oltre che in Austria, Germania e Italia, è indagato anche in Liechtenstein per presunto riciclaggio di denaro attraverso le sue fondazioni aziendali.