NEL CAMPOPROFUGHI DI JENIN

Reporter palestinese uccisa in Cisgiordania, Nyt: colpita da proiettile israeliano

Secondo il giornale Usa, viene inoltre contraddetta la versione israeliana secondo la quale il militare avrebbe sparato in direzione della giornalista per rispondere al fuoco di un palestinese

21 Giu 2022 - 00:15
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Il proiettile che ha ucciso la giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh è partito dalla posizione in cui si trovava un convoglio militare israeliano, molto probabilmente da un soldato di un'unità d'elite. Lo sostiene il New York Times dopo un'indagine durata oltre un mese. Le prove esaminate dal giornale americano mostrano che non c'erano palestinesi armati vicino alla reporter di Al Jazeera quando è stata colpita nel campo di Jenin in Cisgiordania. 

Secondo le autorità palestinesi, Abu Akleh venne colpita intenzionalmente da un militare israeliano. Le autorità israeliane hanno invece sostenuto che la giornalista potesse essere stata colpita per errore da un militare dello Stato ebraico, privilegiando però sempre l'ipotesi che la reporter fosse stata in realtà colpita da un palestinese.

La tesi del New York Times - Secondo l'indagine del Nyt, viene contraddetta la versione israeliana secondo la quale il militare avrebbe sparato in direzione della giornalista, per rispondere al fuoco di un palestinese. Inoltre, il quotidiano Usa ha rilevato che nel corso dell'incidente vennero esplosi 16 colpi dalla direzione del convoglio israeliano, rispetto alla versione delle autorità dello Stato ebraico che parlavano di solamente 5 colpi esplosi in direzione della giornalista.

Il Nyt sottolinea inoltre che non ci sono prove sul fatto che il militare israeliano avesse riconosciuto Abu Akleh e l'abbia quindi colpita intenzionalmente, né che avesse notato la scritta "Press" sul giubbetto indossato dalla giornalista.

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