Ucraina, alla Festa dell'Indipendenza sfilano i carri armati russi catturati
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Negoziato dall'inviato russo per l'Ucraina, prevedeva la rinuncia di Zelensky a entrare nella Nato
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L'inviato russo per l'Ucraina, Dmitry Kozak, uomo di fiducia di Vladimir Putin, durante i primi giorni di guerra avrebbe cercato di fermare l'"operazione militare speciale" di Mosca, raggiungendo con la leadership di Kiev un accordo che prevedeva la rinuncia a entrare nella Nato. A rivelarlo, citando "tre persone vicine alla leadership russa", è l'agenzia di stampa Reuters, secondo cui però il leader del Cremlino ha rifiutato l'offerta, continuando nei suoi progetti di annessione di parte del territorio ucraino.
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Secondo Reuters, Kozak, nato ucraino, avrebbe detto a Putin che a suo giudizio l'accordo raggiunto rendeva inutile l'operazione militare. Ma, nonostante in un primo momento avesse appoggiato i negoziati, il presidente russo avrebbe successivamente giudicato non sufficienti le concessioni di Kiev, dicendo che aveva ormai ampliato i suoi piani con l'obiettivo di annettere parti del territorio ucraino. L'accordo è quindi stato lasciato cadere.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha però smentito la notizia, dicendo alla stessa Reuters che "ciò non ha nulla a che vedere con la realtà. Niente del genere è mai avvenuto, è assolutamente un'informazione falsa".