Come sottolinea l'Oxfam, il divario tra super-ricchi e poveri è in netto aumento e "l'economia è al servizio dell'1% della popolazione". In Italia l'1% più ricco è in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta
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I 62 supermiliardari più ricchi del mondo possiedono un patrimonio equivalente a quello della metà più povera della popolazione mondiale. E' quanto emerge dal rapporto "Un'economia al servizio dell'1%" della charity britannica Oxfam. Il dossier sottolinea che il divario tra paperoni e poveri è in aumento. Lo scarto tra i super-ricchi e il resto della popolazione si è accresciuto "in modo spettacolare negli ultimi 12 mesi", constata l'Oxfam.
L'1% della popolazione mondiale possiede più del restante 99% - Il patrimonio accumulato dall'1% dei più ricchi al mondo, indica l'Ong britannica Oxfam in vista del forum economico mondiale di Davos, ha superato nel 2015 quello del 99% della popolazione mondiale, con un anno di anticipo rispetto alle previsioni.
L'Italia non è da meno - I dati 2015 sulla distribuzione della ricchezza nel nostro Paese evidenziano come l'1% più ricco degli italiani sia in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta, una quota che in valori assoluti è pari a 39 volte la ricchezza del 20% più povero dei nostri connazionali. Significativo osservare anche come l'incremento della ricchezza dal 2000 al 2015 non si sia distribuito equamente: oltre la metà è andata a beneficio del 10% più ricco degli italiani.
Super-ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri - Lo studio indica, nel dettaglio, che la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale - circa 3,6 miliardi di persone - è scesa del 41% (pari a mille miliardi di dollari) dal 2010 a oggi. Allo stesso tempo, la ricchezza delle 62 persone più ricche del pianeta è aumentata di oltre 500 miliardi di dollari a 1.760 miliardi di dollari.
Mettere al bando i paradisi fiscali - E tutto questo malgrado i leader mondiali abbiano dichiarato in più occasioni la necessità di contrastare la disuguaglianza. Per non vanificare i progressi nella lotta alla povertà conseguiti nell`ultimo quarto di secolo, l'Oxfam chiede quindi ai leader mondiali di agire con urgenza contro l'aumento vertiginoso della disuguaglianza, partendo da un primo passo: la messa al bando dei paradisi fiscali.
Il 30% della ricchezza africana è in conti offshore - Un'altra stima eloquente mette in risalto come il 30% della ricchezza dell'intero continente africano sia depositato su conti offshore per un ammontare complessivo di circa 14 miliardi di dollari all'anno in mancate entrate fiscali. Con una tale somma in Africa si potrebbero assicurare servizi sanitari che salverebbero 4 milioni di bambini ogni anno e retribuire un numero di insegnanti sufficiente a consentire a tutti i bambini del continente africano di andare a scuola.
Oxfam Italia lancia "Sfida l'ingiustizia" - Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, sottolinea che "l'elusione fiscale delle multinazionali ha un costo per i Paesi in via di sviluppo stimato in 100 miliardi di dollari all'anno, ed ha un impatto importante anche nei paesi Ocse come l'Italia. Il governo italiano può agire per porre fine all'era dei paradisi fiscali, sostenendo a livello nazionale e in Europa una serie di misure. Per questo Oxfam Italia lancia 'Sfida l'ingiustizia', una nuova campagna per dire basta ai paradisi fiscali e rendere credibile l'impegno preso dai leader mondiali di eliminare la povertà estrema entro il 2030".
Sale il divario retributivo tra i lavoratori e il top-management - Dal 1990 al 2010, anche se il numero di poveri assoluti si è ridotto, il reddito medio annuale del 10% più povero della popolazione mondiale è cresciuto di meno di 3 dollari all'anno negli ultimi 24 anni, vale a dire meno di un centesimo al giorno. Il rapporto diffuso da Oxfam mette anche in luce il sempre più ampio divario retributivo tra i lavoratori e il top-management e la sovra-rappresentazione delle donne negli impieghi a basso reddito.