Il gesto di Angel Dzhambazki, del gruppo Conservatori e riformisti, durante una plenaria in cui si discuteva sull'erogazione di fondi europei sociali condizionata allo stato di diritto
Il suo saluto nazista, rivolto provocatoriamente agli europarlamentari riuniti in plenaria nell'Aula di Strasburgo, aveva suscitato forte sdegno fuori e dentro le istituzioni europee. Adesso l'esponente bulgaro del gruppo Ecr (Conservatori e riformisti europei), Angel Dzhambazki, per quel gesto è stato sanzionato con la decurtazione di sei giorni di diaria.
Plenaria e stato di diritto - L'episodio è avvenuto il 16 febbraio, mentre si dibatteva sul meccanismo che condiziona l'erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto, oggetto di una sentenza della Corte di giustizia Ue. Dzhambazki (del suo gruppo fanno parte anche gli esponenti europei di Fratelli d'Italia) aveva respinto le accuse dicendo di aver solo rivolto "un umile saluto alla presidente. Immaginate la mia sorpresa quando la conseguenza del mio gesto è stata quella di essere accusato di un saluto nazista. Credo che opinioni dissonanti portino beneficio al dibattito. Questa è una calunnia".
Metsola: "Violata la reputazione di questa Aula" - "Ho deciso di sanzionare il comportamento di Dzhambazki del 16 febbraio - ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola -, quando l'eurodeputato aveva alzato il braccio destro in un gesto che ricordava un saluto nazista nei confronti del presidente di questa assemblea, violando la reputazione di questa Aula".
Gozi: "Gesto vergognoso" - Così commenta la decisione l'eurodeputato Sandro Gozi, della delegazione Renaissance, che da Dzhambazki era stato insultato durante quella riunione: "Finalmente è stato sanzionato l'eurodeputato che si era reso autore di uno dei gesti più vergognosi mai visti nelle nostre istituzioni europee. Gli insulti e le offese ad altri parlamentari perché si battono per la difesa dello stato di diritto e dei valori democratici dell'Unione europea o ignobili gesti nazisti che oltraggiano la nostra storia e la nostra comunità, non possono avere cittadinanza né fuori né tanto meno all'interno del Parlamento, la casa della democrazia europea. Avevamo subito chiesto misure immediato, dunque prendiamo atto con soddisfazione che oggi siano arrivate le sanzioni, la cui intensità - bassa - è comunque responsabilità esclusiva della presidenza del Parlamento europeo".