Ruanda, Onu: "Vergogna non cancellata per non aver impedito il terribile genocidio"
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Tra aprile e luglio del 1994 vennero uccise 800mila persone, in gran parte della minoranza Tutsi. "I caschi blu sono stati ritirati dal Paese quando c'era più bisogno", ha detto Ban Ki-moon aprendo la cerimonia di commemorazione
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A vent'anni di distanza dal genocidio che ha insanguinato il Ruanda, "la vergogna" dell'Onu per non averlo potuto impedire non è stata cancellata. Lo ha dichiarato il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, mentre dava il via alle cerimonie ufficiali di commemorazione del tragico conflitto nel Paese africano.
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Pur rendendo omaggio al "notevole coraggio" di membri dell'Onu presenti in Ruanda all'epoca dei massacri, il segretario generale ha detto: "Avremmo potuto fare di più. Avremmo dovuto fare di più. I caschi blu sono stati ritirati dal Ruanda nel momento in cui c'era più bisogno. Nello spazio di una generazione la vergogna non è stata cancellata".
L'Onu ritirò la maggior parte dei suoi 2.500 effettivi in Ruanda a metà aprile del 1994, nel momento peggiore dei massacri cominciati il 7 aprile di quell'anno, subito dopo l'abbattimento dell'aero su cui viaggiava il presidente Hutu Juvenal Habyarimana su un aereo abbattuto. Tra aprile e luglio di quell'anno morirono circa 800mila persone, in gran parte della minoranza Tutsi.
Ban ki-moon ha anche ricordato che un anno dopo il genocidio in Ruanda, a Srebrenica, in Bosnia, si consumò un altro massacro in una zona sotto protezione Onu. Il segretario delle Nazioni Unite ha infine evocato "il silenzio della comunità internazionale nel momento in cui avevate più bisogno di lei".