L'eroe celebrato nel film "Hotel Ruanda" per aver salvato oltre 1200 persone, dopo l'arresto non ha più comunicato con la famiglia. La figlia: "Mio padre può essere stato rapito"
paul rusesabagina © Instagram
"Non ho notizie di mio padre dalla scorsa settimana" - il grido d'allarme di Anaise Kanimba, figlia di Paul Rusesabagina, il controverso eroe che salvò centinaia di persone dal genocidio in Ruanda e che ha ispirato il film "Hotel Ruanda", sta facendo il giro del mondo.
Arrestato all'estero, su mandato internazionale con l'accusa di terrorismo, Rusesabagina è stato estradato a Kigali per poi sparire nel nulla. "Lo abbiamo sentito l'ultima volta giovedì, non può essere tornato in Ruanda di sua volontà" ha dichiarato Anaise "abbiamo visto la sua foto nei notiziari tutti i giorni ma non abbiamo più sue notizie".
Il 66enne, molto critico nei confronti del presidente Paul Kagame, vive in esilio dal 1996. Non si sa esattamente dove si trovasse al momento dell'arresto e quali siano esattamente i capi d'accusa. I media di Stato del Paese riferiscono che Rusesabagina sarebbe il leader di una forza paramilitare, il Fronte di liberazione nazionale (Fln), accusato di incursioni terroristiche e rapimenti in Ruanda. Ora si troverebbe nelle mani dell' intelligence rwandese Rwanda Investigation Bureau, ma la figlia non ha sue notizie da diversi giorni.
Diventato popolare dopo il massacro dei 100 giorni, Rusesabagina aveva dichiarato di aver salvato la vita a 1.268 persone durante il genocidio, dando loro rifugio all'interno dell'hotel Mille Colline. Dieci anni dopo la sua storia ispirò il film Hotel Rwanda con l'attore americano Don Cheadle nei suoi panni. Rusesabagina aveva poi creato la Fondazione Hotel Ruanda ed era sceso in politica con il partito Pdr-Ihumure, composto da alcuni personaggi sovversivi ruandesi.
In realtà i sopravvissuti al genocidio, compresi quelli ritratti nel film, diedero vita a un'altra versione della storia. Rusesabagina si era semplicemente limitato ad aiutare alcuni suoi amici a raggiungere l'albergo e in seguito aveva sfruttato la miseria degli ospiti per il suo vantaggio personale. Si diceva che l'uomo avesse cacciato senza pietà le persone che non potevano permettersi di pagare l'alloggio dove si erano rifugiati.
Il 6 aprile del 1994 - l’aereo che trasportava il presidente del Ruanda, Juvénal Habyarimana, e il presidente del Burundi, Cyprien Ntaryamira, entrambi di etnia hutu, fu colpito da due razzi quando era in fase di atterraggio a Kigali. Non si salvò nessuno. Poche ore dopo la situazione precipitò: quell’attentato diede infatti inizio al genocidio del Ruanda e ai massacri sanguinosi e indiscriminati che coinvolsero anche il Burundi nei confronti della minoranza dei tutsi, ritenuta responsabile dell’attentato; ma furono uccisi e perseguitati anche gli hutu considerati “moderati” o tolleranti. Nel giro di 100 giorni, dal 7 aprile alla metà di luglio del 1994, furono uccise almeno 800 mila persone, ci furono decine di migliaia di stupri e di bambini arruolati come soldati.