L'ordigno esploso all'ingresso dello shopping center conteneva 200 grammi di tritolo, chiodi e bulloni
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Torna lo spettro del terrorismo a San Pietroburgo, già colpita ad aprile dagli attacchi nella metropolitana che provocarono la morte di 15 persone e causarono decine di feriti. Un ordigno rudimentale, infarcito di chiodi, è infatti esploso al pianterreno del centro commerciale Gigant Hall, nell'area che ospita il deposito borse e bagagli del supermercato Perekrestok, nota catena russa. Lo scoppio ha provocato almeno 18 feriti.
Il Comitato Investigativo russo, analizzati i dati preliminari, ha fatto sapere che l'ordigno aveva un potenziale esplosivo pari a 200 grammi di tritolo e ha aperto un'indagine criminale per "tentata strage", senza volersi sbilanciare ulteriormente. "Tutte le piste sono aperte", ha detto la portavoce Svetlana Petrenko. Insomma, la parola "terrorismo" non è stata espressamente pronunciata per quanto la presenza dei chiodi nell'ordigno sia sospetta dato che tali "agenti letali" vengono spesso usati dai terroristi per massimizzare il carico letale dei loro ordigni.
Il Gigant Hall, al momento dello scoppio, era pieno di gente dato che questi giorni sono i più frenetici poiché precedono il Capodanno, la festa più sentita per i russi (i regali infatti si scambiano nella notte di San Silvestro e il Natale ortodosso, che cade il 7 gennaio, ha una valenza puramente religiosa). Gli shopping center sono dunque presi d'assalto per la corsa agli ultimi doni e il traffico, a San Pietroburgo come a Mosca, di norma impazzisce.
"Dieci persone sono rimaste ferite, incluso una persona che ha rifiutato di essere accompagnata all'ospedale", ha detto una fonte del governatorato di San Pietroburgo a Interfax. "Nove persone sono state ricoverate presso gli ospedali Mariinskaya, Alexandrovskaya e Yelizavetinskaya". Il portavoce del Comitato Investigativo di San Pietroburgo ha poi chiarito che "nessuno è in pericolo di vita".
"C'è stato un botto. I servizi di emergenza sono accorsi sul posto ed è stata completata l'evacuazione: sul luogo dello scoppio non sono divampate le fiamme", ha detto un funzionario del dipartimento locale del ministero delle Emergenze pochi minuti dopo l'incidente. Al momento l'attentato non è stato rivendicato. Sul web sostenitori dell'Isis hanno esultato dopo l'esplosione, sostenendo "se Dio vuole daremo ai crociati un assaggio della loro stessa medicina".
Appena 10 giorni fa era stata sgominata una cellula dell'Isis, proprio nell'antica capitale degli zar, che aveva come obiettivo principale l'ottocentesca cattedrale di Kazan sulla prospettiva Nievski, con un attentato kamikaze. Poi - questo era il piano - sarebbero seguite esplosioni in vari luoghi affollati della città. Arresti che sono stati resi possibili grazie alla "soffiata" dei colleghi della Cia. Una inusuale collaborazione che ha portato Vladimir Putin a ringraziare pubblicamente il collega Donald Trump per l'aiuto, con la promessa di ricambiare il favore qualora ve ne fosse il bisogno.