Alexei Navalny l'oppositore russo in coma all'ospedale di Omsk in Siberia
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Sulle cause del ricovero i medici russi parlano di malessere dovuto a un disordine metabolico: nessun veleno quindi. Ma lo specialista dell'oppositore russo replica: "Ci prendono per idioti?"
Alexei Navalny andrà in Germania per essere ricoverato all'ospedale specializzato Charitè di Berlino. I medici dell'ospedale di Omsk, dove il principe degli oppositori russi è ricoverato da giovedì, hanno dato il loro consenso al trasferimento via avio-ambulanza dopo averlo negato per tutto il giorno, nonostante le insistenze della moglie Yulia, che si è battuta al fianco dei vertici del Fondo anti-corruzione creato dall'ex blogger.
"Spiace che abbiano perso tutto questo tempo, l'aereo e i documenti erano pronti da venerdì mattina", ha scritto su Twitter la portavoce del Fondo e assistente di Navalny, Kira Yarmush. A sbloccare la situazione è stato forse l'appello pubblico firmato da Yulia in cui chiedeva a Vladimir Putin in persona di lasciar partire il marito.
Il Cremlino - come ha sottolineato più volte Dmitry Peskov, il capo dell'ufficio stampa - non aveva nulla in contrario ma erano i dottori a dover "prendere la decisione". O almeno, questa la versione pubblica. Come siano andate davvero le cose è ancora tutto da scrivere.
Di certo c'è che l'ospedale dove si trova Navalny trabocca di poliziotti e funzionari non meglio identificati (nonostante ufficialmente non sia stata aperta nessuna indagine criminale) e Yulia ha fatto fatica persino a vedere il marito.
E' intervenuta anche la Corte europea dei diritti umani, che ha intimato alla Russia di autorizzare le visite dei parenti e dei medici personali ad Navalny per assicurarsi che le sue condizioni di salute consentano il suo trasferimento in Germania. Lo si apprende dalla stessa Corte, cui aveva fatto ricorso l'entourage di Navalny. I giudici hanno inoltre chiesto di provvedere "senza rinvii" a fornire ai medici e ai familiari dell'oppositore la sua cartella clinica.
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Le informazioni ufficiali sono state poi caotiche, a dir poco. Già venerdì mattina il vice primario Anatoly Kalinichenko aveva annunciato che le analisi "escludevano il veleno" e che i medici stavano lavorando "a cinque diagnosi". Ma di non poterle comunicare.
Peccato che, stando al direttore del Fondo anti-corruzione Ivan Zhdanov, poco prima un agente della polizia dei trasporti aveva affermato che sul corpo di Navalny era stata trovata "una sostanza letale" che metteva in pericolo "la vita di Alexei e di tutti quelli che lo circondavano, tanto da dover indossare tute protettive".
E questo era uno dei motivi per cui non si poteva autorizzare il trasferimento di Navalny in Germania. Poco dopo, però, il quadro cambia ancora. La tossina scompare e appare invece una sostanza chimica di tipo industriale usata "nei bicchieri di plastica", rinvenuta non nei tessuti ma sulla "superficie della pelle, nei vestiti, sulle unghie".
Rilievo sulla diagnosi? Zero. Alla fine infatti il plotone di medici consegna il verdetto: a causare il malore e il successivo coma sarebbe stato "un disturbo dell'equilibrio dei carboidrati, cioè un disordine metabolico, forse causato da un improvviso calo dei livelli di zucchero nel sangue".
Affermazioni che hanno causato la rabbia e l'incredulità del medico dell'oppositore, Anastasia Vasilyeva (capo della sigla sindacale dei medici russi). "Ci prendono per idioti. Usano furbe frasi generiche ma non sono in grado di stabilire la causa del suo coma o di offrire una diagnosi: vogliono aspettare tre giorni cosi' che il suo fisico espella il veleno e non si possa più individuare".
La pressione, però, aumenta. Gli occhi del mondo sono fissi su Omsk. Berlino dice di seguire "con sgomento il caso" come altre capitali del mondo. Anche il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, fa sentire la sua voce chiedendo "rapida chiarezza su quanto accaduto".