Fotogallery - Russia, morto in carcere il dissidente Alexei Navalny
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Dagli Usa all'Ue: regime responsabile. Il Cremlino: "Accuse inaccettabili". Il 47enne ha avuto un malore dopo una passeggiata. L'ultimo messaggio su X: "In punizione per 15 giorni"
Il dissidente e principale oppositore russo Alexei Navalny è morto nella colonia carceraria numero 3 del distretto autonomo di Yamalo-Nenets, nel Circolo Polare Artico, dopo essersi sentito male dopo una passeggiata. L'annuncio è stato dato dal servizio penitenziario nazionale della Russia. Il Cremlino: "Nessuna informazione sulle cause del decesso". Secondo la tv russa, si è trattato di un "coagulo sanguigno", una trombosi. Navalny, 47 anni, era detenuto dal gennaio del 2021 e stava scontando una pena di 19 anni di reclusione. Dagli Usa all'Ue: regime responsabile. Il Cremlino: accuse inaccettabili. L'Onu: "Indignati, Mosca apre un'indagine credibile".
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"Il 16 febbraio il detenuto A.A. Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi subito conoscenza - si legge in una nota del servizio penitenziario -. Immediatamente è arrivato il personale medico dell'istituto ed è stata chiamata un'ambulanza. Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi. I medici dell'ambulanza hanno quindi dichiarato il decesso del detenuto". Le autorità locali precisano inoltre di "non aver mai ricevuto lamentele formali" da parte di Navalny durante la sua detenzione.
"I tentativi dei paramedici di rianimare Alexei Navalny sono continuati per 30 minuti prima che venisse dichiarato morto". Lo ha detto l'ospedale locale all'agenzia Interfax, aggiungendo che un'ambulanza è arrivata sul posto in sette minuti, ma i tentativi di rianimazione erano già in corso da parte del personale sanitario del carcere.
Le autorità russe non hanno alcuna informazione sulle cause della morte del condannato Alexei Navalny. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Peskov ha precisato che le indagini sono a carico del servizio penitenziario federale e che non sono necessarie ulteriori istruzioni da parte del Cremlino riguardo all'inchiesta in corso.
"Non voglio sentire alcuna condoglianza. Abbiamo visto mio figlio nella colonia penale il giorno 12, avevamo una visita. Era vivo, sano, allegro", ha dichiarato sui social media la madre di Navalny, Lyudmila Ivanovna Navalnaya, stando a quanto riporta Novaya Gazeta.
"Il carcere di Iamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Cioè, questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro". E' questo l'ultimo messaggio sulla piattaforma X di Navalny datato 14 febbraio alle 3 di pomeriggio. L'oppositore aveva denunciato diversi gravi soprusi in questi tre anni di reclusione in regime speciale e di essere stato continuamente rinchiuso in una cella di isolamento con i pretesti più assurdi, come l'avere un bottone slacciato. Una situazione rimarcata anche da Amnesty International, che aveva accusato la direzione del carcere di Melekhovo di voler "spezzare lo spirito di Navalny rendendo la sua esistenza nella colonia penale insopportabile, umiliante e disumanizzante".
Sui social, la madre del dissidente russo ha lanciato un appello:"Non voglio sentire alcuna condoglianza. Abbiamo visto mio figlio nella colonia penale il giorno 12, avevamo una visita. Era vivo, sano, allegro".
L'avvocato di Navalny, Leonid Solovyov, ha rivelato di avergli fatto visita in carcere l'ultima volta mercoledì 14 febbraio e che l'oppositore stava bene. Tre giorni fa, invece, il braccio destro dell'oppositore russo, Leonid Volkov, in videoconferenza dall'estero con un gruppo di diplomatici europei a Mosca, aveva detto che Navalny era "in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone" e che non temeva per la sua vita, assicurando di "sentirsi al sicuro".
Kira Yarmysh, la portavoce di Navalny, ha detto di non avere ancora notizie dirette sul decesso dell'oppositore. "Il servizio penitenziario federale del distretto di Yamalo-Nenets - ha scritto Yarmysh su X - sta diffondendo notizie sulla morte di Alexei Navalny nella colonia di detenzione IK-3. Non ne abbiamo ancora conferma. L'avvocato di Alexei sta volando a Kharp (città vicina al centro di detenzione, ndr). Non appena avremo qualche informazione, la comunicheremo".
Sul caso è intervenuto il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che ha affermato quanto il coraggio del politico dissidente "resterà da richiamo per tutti". "La morte di Navalny nel carcere russo di Kharp rappresenta la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell'opinione pubblica mondiale - ha evidenziato il Capo dello Stato -. Per le sue idee e per il suo desiderio di libertà Navalnyj e' stato condannato a una lunga detenzione in condizioni durissime. Un prezzo iniquo e inaccettabile, che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere. Il suo coraggio resterà di richiamo per tutti. Esprimo alla famiglia di il cordoglio e la vicinanza della Repubblica italiana".
"La morte di Alexei Navalny, durante la sua detenzione, è un'altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale. Esprimiamo il nostro sentito cordoglio e ci auguriamo che su questo inquietante evento venga fatta piena chiarezza". Lo ha affermato il premier Giorgia Meloni.
"Il governo sarà sempre a fianco di chi lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e per i diritti inalienabili di ogni essere umano. Sono molto colpito dalla morte di Alexei Navalny dopo anni di persecuzione in prigione, ci stringiamo alla sua famiglia e al popolo russo". Così su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Dopo anni di detenzione in un regime carcerario non proprio liberale la Russia perde una voce libera: siamo vicini alla famiglia e ci siamo sempre battuti, anche quando ero al Parlamento europeo, per la libertà sia in Russia sia in Bielorussia. Adesso ci sarà una voce di libertà in meno", ha aggiunto.
"Non sono sorpreso e allo stesso tempo sono sconvolto dalla notizia della morte di Alexei Navalny. Putin è responsabile della sua morte". Lo ha detto Joe Biden.
"La Russia è responsabile della morte di Navalny". Lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken in una nota sottolineando che la morte dell'oppositore è la dimostrazione che il "sistema di Putin è debole e marcio". "La morte di Navalny è un altro segno della brutalità di Putin", ha aggiunto la vicepresidente americana Kamala Harris a Monaco. "Qualsiasi cosa dirà Mosca, la Russia è responsabile della sua morte".
Le Nazioni Unite si sono dette "indignate" dalla notizia e hanno esortato le autorità russe a garantire che venga condotta un'indagine "credibile" sul suo decesso. "Se qualcuno muore sotto la custodia dello Stato, si presuppone che lo Stato sia responsabile, una responsabilità che può essere confutata solo attraverso un'indagine imparziale, approfondita e trasparente condotta da un organismo indipendente", ha affermato la portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani Liz Throssel in una dichiarazione resa nota a Ginevra.
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è detta "profondamente turbata e rattristata dalla notizia della morte di Alexei Navalny. Putin non teme altro che il dissenso del suo stesso popolo. Un triste promemoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime. Uniamoci nella nostra lotta per salvaguardare la libertà e la sicurezza di coloro che osano opporsi all'autocrazia".
"Alexei Navalny ha combattuto per i valori della libertà e della democrazia. Per i suoi ideali, ha fatto l'estremo sacrificio. L'Ue ritiene il regime russo l'unico responsabile di questa tragica morte. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e a coloro che lottano per la democrazia in tutto il mondo nelle condizioni più buie. I combattenti muoiono ma la lotta per la libertà non finisce mai". Lo ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
"Probabilmente ha pagato il suo coraggio con la vita". Lo ha affermato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz durante la conferenza stampa a Berlino con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Scholz descrive Navalny come un uomo coraggioso e ha definito un segno "terribile" di cosa sia diventata la Russia che, "da tempo non è una democrazia, ma è un regime".
E proprio Zelensky, in conferenza affianco a Scholz, ha rincarato la dose: "Navalny è stato ucciso e Putin dovrà rendere conto dei suoi crimine. Putin uccide sempre. Egli è la personificazione di questa guerra e non si fermerà. Possiamo solo fermarlo insieme". Duro anche il commento del presidente lettone Edgars Rinkevich: "Qualunque cosa si pensi di Aleksei come politico, è stato semplicemente brutalmente assassinato dal Cremlino. Questo è un dato di fatto, ed è ciò che si deve sapere sulla vera natura dell'attuale regime russo".
Per il premier britannico Rishi Sunak, "questa è una notizia terribile. Come il più accanito sostenitore della democrazia russa, Alexei Navalny ha dimostrato un coraggio incredibile per tutta la sua vita. I miei pensieri vanno alla moglie e al popolo russo, per il quale questa è un'enorme tragedia".
"Sicuramente dobbiamo accertare i fatti e la Russia dovrà rispondere a tutte le domande, domande serie, sulle cause". Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. "Sono molto triste e preoccupato per queste notizie. Navalny è stata una forte voce per la democrazia e la Nato ha chiesto più volte il suo rilascio immediato. Oggi i miei pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari", ha detto ancora.
Il Cremlino giudica "assolutamente inaccettabili" le accuse rivolte a Mosca dai Paesi occidentali per la morte in carcere di Alexei Navalny. "Non ci sono dichiarazioni dei medici, nessuna informazione dagli esperti forensi, nessuna informazione definitiva dal Servizio penitenziario federale, nessuna informazione sulla causa della morte, e abbiamo queste affermazioni, assolutamente scandalose", ha detto Peskov, citato dai media statali russi.
"La reazione immediata dei leader della Nato alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia", mostra la natura di questi Paesi. Lo ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. "Non esiste ancora un esame forense, ma le conclusioni dell'Occidente sono già pronte", ha aggiunto.
Il ministero degli Esteri russo ha quindi affermato che gli Usa devono astenersi dal lanciare "accuse indiscriminate" per la morte di Navalny e aspettare i risultati dell'esame forense del corpo.