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Secondo i media ucraini lo stop è stato causato dal blocco degli approvvigionamenti
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Uralvagonzavod, la storica fabbrica di carri armati e mezzi blindati della Russia, è stata costretta ad interrompere la produzione: a causa delle sanzioni imposte alla Russia, non riesce più a reperire componenti fondamentali che vengono realizzati all'estero. Ad affermarlo sono lo Stato maggiore delle forze armate ucraine e fonti di stampa in Ucraina. Ovviamente, non ci sono conferme dalla Russia.
Uralvagonzavod, che lo scorso anno contava 30mila dipendenti, è stata inserita nell'elenco dell'Ue delle compagnie russe soggette a sanzioni perché "i carri armati T-72B3 consegnati alle forze armate russe sono stati utilizzati dalla Russia durante l'invasione illegale dell'Ucraina nel 2022".
La storica fabbrica che rese grande l'Armata Rossa - La sua origine risale al 1931, quando fu fondata in base al secondo piano quinquennale della dirigenza sovietica. Durante la Seconda guerra mondiale divenne il principale centro di sviluppo e produzione di mezzi corazzati dell'Armata Rossa e contribuì in modo sostanziale alla produzione del carro T-34, costruendone 25.266 esemplari, il cui impiego da parte delle forze sovietiche ebbe un ruolo decisivo nella vittoria finale contro le forze naziste.
Nella seconda metà del secolo scorso, fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, ha continuato a produrre tank per l'armata rossa, nonché per le nazioni alleate del Patto di Varsavia, e poi ancora oggi per la Federazione russa.
Gli ucraini "catturano" i mezzi distrutti per bloccare i ricambi - Per l'invasione dell'Ucraina, l'esercito russo ha fatto un grande uso di blindati. Le forze ucraine sono riuscite però a neutralizzarne e distruggerne un gran numero: secondo i dati pubblicati sul sito web Oryx da un gruppo di analisti militari olandesi, almeno 1.423 veicoli corazzati, tra cui 263 carri armati, 262 veicoli per il trasporto truppe. Consapevoli della carenza di parti di ricambio, le forze ucraine tendono inoltre a recuperare tutti i veicoli blindati russi messi fuori uso, in modo che non possano essere recuperati e utilizzati per ripararne altri. Con Uralvagonzavod ferma, potrebbe essere ancora più difficile reintegrarli.